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MotoGP Starting Grid: e ora chi ferma Magic Marc?

Il pilota di Cervera quida il campionato con 44 punti su Dovizioso e domenica si corre al Sachsenring, dove il Marcziano arriva sempre primo dal 2010. Le speranze di dare fastidio al 93 sono affidate a una ritrovata Yamaha, mentre Ducati si trova di nuovo con un box molto "caldo"
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Fermare Marquez in Germania è una missione impossibile anche per Top Gun Vinales, ma la M1 finalmente ha dalla sua piste favorevoli e una ritrovata competitività. Musi lunghi in Ducati, ma chi sta peggio è Lorenzo. Scopriamo le novità del secondo gran premio in due settimane con MotoGP Starting Grid e il nostro Guido Sassi.

La novità
Se c’era un gran premio nel quale era meglio non farsi male, quello era proprio il TT Assen, che precede il gp di Germania di solo una settimana. Il primo back to back della stagione coincide invece con il brutto infortunio di Jorge Lorenzo, che nella caduta olandese ha riportato due fratture ad altrettante vertebre. Il maiorchino dovrà tenere il busto per 3-4 settimane, portando la data dello stimato rientro fin troppo vicino al 4 agosto, data del gp della Repubblica Ceca.
Puig ha detto che spera di riavere Jorge pronto per Brno, ma si tratta appunto di un auspicio più che una previsione. La tempistica dell’infortunio è doppiamente beffarda: il giorno dopo il gp infatti si terranno i test sulla pista ceca, e la settimana successiva il gp d’Austria a Spielberg.
Una stagione così problematica per Lorenzo non si registra in tutta la carriera e se si prende in considerazione l’anno solare, la situazione è pure peggiore: su 18 gran premi Jorge ne ha saltati 5 e non ne ha conclusi altri 3, negli ultimi 15 ha raccolto 23 punti senza mai entrare in top ten. Per quanto la Honda non abbia bisogno di una seconda stella al fianco di Marquez per il momento, la situazione attuale fa rimpiangere l’opaco Pedrosa di fine carriera. Prendere Lorenzo a scapito di Dani è stata una scelta di Puig, ma a questo punto c'è da domandarsi se una qualche alternativa al maiorchino sia al vaglio dei vertici Hrc.

Che numeri
6 vittorie e 6 pole su altrettante gare in MotoGP, 9 successi negli ultimi 9 anni contando tutte le classi. I numeri di Marquez bastano a spiegare il Sachsenring: un dominio assoluto difficile anche solo da scalfire. Se pensiamo che Vinales - il pilota che ha battuto Marc ad Assen- ha impiegato 4 anni e mezzo a vincere in tutto 6 gare in MotoGP, ci sarebbe da lasciare la serranda dei box abbassata e andare al mare. Ciò nonostante le statistiche dicono pure che ogni striscia ha una fine e che l'anno scorso Valentino ha tagliato il traguardo con 2 secondi appena di ritardo su Marquez. Certo, il dominio del 93 quest'anno appare netto più che in passato. La Yamaha di domenica scorsa però una piccola speranza di vedere una gara combattuta anche al vertice la concede.

La sfida
Sono amici, eppure in questo momento le loro traiettorie si incrociano in pista e fuori come per per nessun altro: Dovizioso e Petrucci sono separati da appena 8 punti in classifica, hanno vinto un gran premio a testa e sembrano egualmente capaci di contrastare o meno Marquez a seconda della pista sulla quale corrono. Petrucci si dichiara tra l'incudine e il martello, in attesa di rinnovo contrattuale. Eppure, se la sua conferma in Ducati appare scontata, probabilmente lo scontento del ternano deriva da un trattamento economico che non è e non sarà nemmeno simile a quello riservato al forlivese. Per ottenere di più l'unica strada che Danilo può percorrere è quella dei risultati, con buona pace degli equilibri personali con il compagno. D'altronde anche Dovi viaggia a -44 punti da Marquez e forse nel box di Dall'Igna non tutti pensano che Petrucci gli debba concedere l'onore di essere prima guida già prima del via.

Questa è storia
Nel 2010 il gp di Germania vide il rientro di Valentino Rossi dopo l'infortunio alla gamba patito al Mugello un mese e mezzo prima. Il Dottore corse una gara arrembante nonostante la convalescenza e nel finale lottò con Stoner per la terza posizione. Come sempre quando i due si incrociavano in pista erano scintille, e la disputa si risolse solo all'ultimo giro, all'ultima curva: Stoner riuscì a sorpassare Rossi, ma quella volta ci fu gioia per entrambi. Casey conquistò il terzo posto, ma Valentino si sentiva recuperato dopo il più lungo stop della sua carriera (4 gran premi). Poche ore prima un certo Marc Marquez vinceva invece la sua quinta gara consecutiva in 125, approfittando della caduta a 3 giri dal termine di Pol Espargaro, che lo seguiva in campionato a un solo punto di distanza. Per il 93, allora 17enne, fu il successo che lo lanciò definitivamente verso il primo titolo mondiale, e anche la prima vittoria di nove sulla pista tedesca, una striscia ancora oggi aperta. Per Rossi da lì a meno di un mese ci sarebbe stato invece l'annuncio del passaggio in Ducati, ma allora il Dottore non sospettava che quella moto vista così da vicino nel duello al Sachsenring con Stoner gli avrebbe dato tanti problemi e nessuna soddisfazione.

Hot Spot
La waterfall, dall'anno scorso intitolata a Ralf Waldmann - tenace avversario di Max Biaggi negli anni d'oro in 250-, è segnata sulle grafiche come curva 11 ed è un punto decisamente complesso della pista tedesca. Ci si arriva dopo una lunga serie di curve tutte a sinistra, per cui dalla 4 in poi la spalla destra dello pneumatico non lavora. In un veloce cambio di direzione i piloti però piegano a destra, buttano la moto con gomma fredda in picchiata su una discesa con pendenza al 13% e raggiungono a 270 chilometri orari l'esterno della curva, prima di iniziare a comprimere verso l'ingresso la successiva staccata. La 12 è un classico punto di sorpasso ma è la 11 - con la sua uscita cieca e il terribile cambio di pendenza a moto piegata- il vero spettacolo del Sachsenring che rimane ben impresso in mente a tutti.
 

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