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Promossi&Bocciati: Vinales e Rossi, le due facce di Yamaha

Maverick si veste da Top Gun e vince ad Assen, Rossi cade nella giornata migliore per i compagni di marca: Quartararo terzo, Morbidelli quinto. Marquez è il solito volpone e vola a +44 in campionato; musi lunghi in Ducati ma Dovizioso e Petrucci hanno bisogno solo di resettare il weekend e farsi trovare pronti per tempi migliori
La Yamaha torna alla vittoria nella “sua” Assen, ma a premiare Lin Jarvis è Maverick Vinales, mentre Rossi finisce la propria gara nella ghiaia. Guido Sassi ripercorre con noi in Promossi&Bocciati un weekend ricco di novità, un gp che trasforma ufficialmente la stagione di Lorenzo in un calvario, mentre i giovani sono sempre più concreti. Sul podio del Dutch TT Marquez, Vinales e Quartararo sommavano 70 anni in tre, dimostrando che la MotoGP per un paio di lustri ha già trovato i suoi protagonisti. Intanto la carovana si muove verso Chemnitz, perché il gran premio di Germania è già alle porte in questo fine settimana con il primo back to back della stagione.

Se piangi, se ridi
Dall'incolpevole ko di Barcellona al trionfo di Assen, Maverick riassapora la gioia della vittoria che mancava da Phillip Island 2018, a lui come alla Yamaha. Vinales è stato bravo a dare fastidio a Marquez per tutta la gara, obbligandolo ad andare al proprio limite. Il campione del mondo ha provato a resistere, ma la gomma morbida al posteriore della sua Rc213V non poteva durare sulla distanza totale. Marquez  dal canto suo ha giocato d'astuzia: ha messo pressione a Rins a inizio gara, si è accontentato del secondo posto nel finale. Vinales invece idealmente mette fine a un periodo complicato: da inizio campionato erano arrivati tre ritiri e un solo podio in sette gare, ora per il catalano l'occasione di raddrizzare la stagione è ghiotta. Sarà anche l'ennesima prova di maturità: se Top Gun saprà andare oltre i suoi canonici alti e bassi il campionato avrà recuperato un sicuro protagonista.
L'altra faccia della domenica è quella di Valentino Rossi, che termina con una caduta un weekend tutto sbagliato, fin dal venerdì. Dalla ricerca infruttuosa di un feeling con la moto nelle libere all'errore in qualifica che lo ha mandato in Q2, il Dottore non ha trovato la medicina per la propria M1 fino al warm up. Purtroppo in gara la foga della rimonta ha tradito Rossi ancora nelle fasi iniziali: con la tuta sporca di sabbia Valentino ha davanti a sé il classico bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: un primo, un terzo e un quinto posto dei compagni di marca potrebbero aumentare i rimpianti per la caduta, ma sono anche il segnale di una Yamaha che sta lavorando nella giusta direzione. Piange, dolorante, anche Jorge Lorenzo: questa volta la caduta incrina due vertebre e il morale. L'ennesimo stop della sua avventura in Honda sarà piuttosto lungo: dopo il crash nelle libere del venerdì, per il maiorchino ci sarà uno stop di almeno due gare.

Oscar del sorpasso
A 9 passaggi dal termine Vinales recupera dal lungo di pochi giri prima, si riporta in scia a Marquez e alla terribile sequenza delle curve 13-14-15 sferra l'attacco al rivale di sempre. Il Cabroncito incassa e forse non replica come potrebbe, pensando al campionato. La manovra di Maverick è bellissima perché portata in un punto dove è davvero difficile passare e dove già nella prima parte di gara aveva accennato più di una volta ad affondare il colpo senza riuscirci. Vinales prende Marquez per stanchezza: come un pugile consumato continua a colpire l'avversario senza cercare per forza il colpo del ko e nel finale raccoglie quanto di buono aveva seminato.

Data check
14 secondi abbondanti è il distacco pagato da Dovizioso nei confronti di Vinales, ma sono anche 10 su un Marquez che negli ultimi giri aveva finito la gomma posteriore. Sotto accusa non è il limite di prestazione: le due Ducati ufficiali avevano fatto segnare 1'33”9 come miglior giro: solo due decimi peggio di Vinales e Marquez. Se Assen si sapeva essere una pista mediamente critica per la Rossa di Borgo Panigale, a mettere alle corde le creature di Dall'Igna (ai due factory si aggiunge un nono posto per Miller e un quattordicesimo per Bagnaia) sono state più le temperature che le curve sinuose del TT. L'asfalto segnava 44 gradi, 4 in più dell'anno passato, e tanto è bastato per limitare la Ducati. C'è da sperare che si tratti solo di un caso, e che la GP19 non inizi a soffrire del male che ha già colpito Yamaha, tutta up&down a seconda del tracciato in cui si trova e delle mutevoli condizioni meteo. Ora arriva il Sachsenring, altra pista indigesta alla moto bolognese, poi la pausa. Forse per la squadra italiana un break in fondo è quel che serve: tirare il fiato e staccare un po' la spina potrebbe rivelarsi salutare per evitare che il dopo Mugello si trasformi in un brutto sogno. Lo sviluppo della Desmosedici non può regalare novità a ogni gara, e quando non si può far niente la cosa migliore è avere pazienza, evitando inutili nervosismi. Un po' di fortuna e circostanze favorevoli arriveranno, ma non bisognerà farsi trovare con l'umore guasto - le facce di Dovi e Petrucci nel dopo gara erano tutte un programma- quanto invece pronti a sfruttare le occasioni.

Meditate gente
Sempre tenendo a mente il fatto che Marc corre dal Qatar con in testa ben chiaro l'obiettivo del titolo, un altro dato salta all'occhio: le quattro vittorie di Marquez sono arrivate tutte con successi maturati sostanzialmente nelle fasi iniziali della gara, mentre i suoi secondi posti sono figli di duelli persi: con Dovizioso in Qatar, con Petrucci al Mugello, ad Assen con Vinales. Se il campionato sta scivolando un gp dopo l'altro nelle mani del 93, le vittorie nei gran premi sono alla portata dei suoi principali avversari. Anche ieri il campione del mondo ha giocato a carte, montando una gomma soft che sapeva non sarebbe durata a lungo: mettere pressione a tutti nei primi giri è però bastato per fare cadere Rins e staccare le Ducati. Diabolico come sempre, il 93 ora va nella “sua” pista: al Sachsenring ha vinto 6 volte su 6 in MotoGP e in classifica potrà portarsi a due gp di distanza dagli avversari. Rins, Dovi, Petrucci e tutte le Yamaha hanno però la possibilità di fare all-in sulle singole gare: come Vinales ad Assen, giocare senza niente da perdere non regalerà speranze in ottica mondiale. Accettando però il rischio caduta, a turno gli avversari di Marquez potranno vincere almeno una battaglia.

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