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SBK 2019, intervista Pirro: “A Ducati devo tanto, nel CIV trovo le motivazioni”

SBK news – La carriera di Michele Pirro è strettamente legata a Ducati, di cui è collaudatore dal 2013 e questo weekend ha preso parte al round di Misano con il Barni Racing team. In questa occasione l’abbiamo intervistato e ci ha raccontato il lavoro dietro le quinte della casa di Borgo Panigale, ha parlato del sodalizio con la “rossa” e ha dato una lettura dell’incidente causato da Lorenzo al Montmelò
"Marquez sta facendo la differenza"
Classe 1986, Michele Pirro è diventato un punto di riferimento per Ducati, con cui collabora in veste di collaudatore dal 2013. Il pugliese lo scorso fine settimana è sceso in pista a Misano, a disputare il settimo round della stagione con il Barni Racing Team, la stessa struttura con cui sta dominando nel CIV. La nostra Serena Zunino ha potuto fare quattro chiacchiere con lui, parlando anche del lavoro di sviluppo che sta portando avanti con la casa di Borgo Panigale e di quello che si aspetta dal GP di Assen.

Hai appena partecipato al round della Superbike a Misano, e da collaudatore avevi lavorato anche sulla Panigale V4 R. Ti aspettavi un Bautista così dominante in questa classe?
In realtà sì. La moto ha un gran potenziale e lui arrivando dalla MotoGP lo poteva sfruttare. Adesso la moto ce l’ha in mano.

A inizio mese invece eri in pista al Mugello per correre il GP d’Italia, e avevi ottenuto un buon settimo posto, che sensazioni ti sono rimaste?
Sono stato molto contento del weekend svolto perché quest’anno il livello è molto alto. Se non avessi avuto un problema all’avambraccio, e quindi un limite fisico, potevo essere anche da top 5. Da metà gara in poi sono venuto su bene, avevo un buon ritmo e sono contento perché lì ci sono i piloti più forti. Quella moto ce l’ho in mano e riesco a guidare come piace a me.

Cosa manca alla Desmosedici per essere più incisiva e battere questo Marquez?
Dobbiamo lavorare sui nostri punti deboli, uno dei quali è la velocità di centro curva, ma per battere Marquez non so se basta. Lui è veramente forte, bisogna dargli atto che è un grande talento e sta facendo la differenza.

A Montmelò nella giornata di test Dovizioso e Petrucci hanno provato alcune novità, cosa ne pensi tu?
Sono piccole cose, come abbiamo fatto negli ultimi anni, che servono a migliorare la confidenza. Qualcosa di buono c’è e verrà portato ad Assen. Non c’è nessun stravolgimento ma possono aiutare a trovare il feeling, quello che a me venerdì è mancato a Misano! (ride) In Olanda me li aspetto competitivi, come abbiamo già dimostrato di essere anche su altre piste. La speranza è quella di essere sempre vicini a Marquez, anche se il regalo che Lorenzo ha causato è stato molto grosso.

Come commenti quell’accaduto?
Può succedere, peccato che l’ha fatto un cinque volte campione del mondo e l’ha fatto alle persone sbagliate. Da fuori è facile giudicare, ma quando sei lì dentro non sono cose che cerchi ovviamente. Era al limite, si è trovato in una situazione particolare in una curva particolare, è già successo in passato. Bisogna stare tranquilli e non pensarci, ormai i punti sono stati persi e bisogna guardare avanti e guardare sempre all’obiettivo che è il titolo.

Come descrivi il tuo rapporto con Ducati?
Mi hanno fatto crescere tanto e devo tanto a loro. Abbiamo creato una bella struttura e siamo una piccola ma grande famiglia. Manca ancora il risultato grosso, che è vincere il mondiale, ma i sacrifici fatti sono stati ripagati dai due secondi posti mondiali di Dovi, dalle tante gare vinte con piloti diversi. Manca il colpo grosso, ma speriamo un giorno di toglierci questa soddisfazione. È dura. Io continuo a lavorare e a dare il mio contributo.

Sei collaudatore Ducati, pilota del CIV, partecipi ad alcune gare di MotoGP e questo weekend sei in Superbike. Cosa ti manca?
Per cercare di migliorare ancora bisognerebbe fare una cosa alla volta, però è chiaro che la priorità dell’azienda è quella di crescere in MotoGP e restiamo concentrati. Con Ducati sono cresciuto tanto come pilota e come uomo e cerchiamo insieme di portare avanti l’obiettivo. Con la struttura di Barni, che è esterna a Ducati, ho trovato una famiglia, nel CIV mi diverto e ho trovato le motivazioni da pilota che poi mi sono servite anche per la MotoGP.

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