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WMX 2018, intervista esclusiva a Kiara Fontantesi: “Vincere il titolo in Italia non era neanche tra i miei sogni più belli”

WMX news – A soli 24 anni, Kiara Fontanesi ha vinto quest’anno il suo sesto titolo mondiale nel Motocross Femminile nell’emozionante cornice di Imola. Abbiamo potuto intervistare la parmense che ci ha raccontato la sua storia con le moto, il suoi progetti futuri e come mai reputa questo il mondiale più bello di sempre
“La moto guarisce tutto”
Il Campionato Mondiale di Motocross Femminile parla italiano anche quest’anno, con Kiara Fontanesi che per la sesta volta è riuscita a battere tutte le sue avversarie e a scrivere un’altra importante pagina sportiva. La parmense, a soli 24 anni, è riuscita a raggiungere un altro strepitoso risultato e la nostra Serena Zunino ha potuto intervistarla. La Fontanesi le ha raccontato com’è nata questa passione per le due ruote, ha commentato la stagione appena conclusa e ha parlato di alcuni interessanti progetti futuri, supportati da Yamaha.

Come hai iniziato a correre in moto?
Ho iniziato con una PW 50 della Yamaha, quando avevo due anni e mezzo. Mio fratello correva già in moto e i miei genitori avevano portato una piccola moto anche per me. Giravo per divertimento nei paddock dove mio fratello correva, fino a crescere e a poter disputare le prime gare e poi ad arrivare al campionato italiano regionale minicross.

Il motociclismo era già un affare di famiglia?
Diciamo di no. Mio papà non sapeva neanche cosa fosse una moto, non era appassionato e non andava in moto. È nato tutto per gioco, anche il fatto che mio fratello andasse in moto.

Hai un aneddoto di quando eri piccola?
Ho le foto di quando avevo tre anni: indossavo gli stivaletti per l'acqua, in mutande, in giro per le piste su questo PW rosso. Ricordo che non tornavo mai alla base fino a quando non finivo la benzina. Stavo in giro sulla moto tutto il giorno, i miei non mi vedevano mai.

Come racconti la stagione 2018?
È stata indescrivibile. È stata una delle stagioni più dure di sempre. Vincere le ultime due gare, vincendo il Gran Premio e vincere in Italia è stato un qualcosa che neanche nei miei sogni più belli potevo immaginare. All’inizio dell’anno ho avuto alcune difficoltà, avevo dei problemi fisici e non sapevamo se fossi riuscita a mettermi in forma per iniziare la stagione. Ho iniziato ad allenarmi tantissimo, sono stati mesi tosti. Diciamo che correvo senza benzina e infatti ho fatto molta fatica. Poi nella pausa estiva mi sono riposata e ho ricaricato le pile, mi sono allenata tantissimo in agosto, passandolo tutto il mese in moto. Sono arrivata per fortuna alle due ultime gare del mondiale, in forma al momento giusto.

E il titolo l’hai vinto in “casa”…
Quando ho visto che Imola era in calendario ho pensato: “Questa dev’essere la motivazione di quest’anno, vincere in Italia”. Non mi era mai successo. Sinceramente mi veniva la pelle d’oca a vestirmi quando infilavo le cose con i colori dell’Italia. Vedere dalla partenza tutte le tribune e le colline piene e sentirsi praticamente spingere durante tutto il giro di pista è stato qualcosa di incredibile. Non sarebbe mai stato così bello se non ci fosse stata tutta quella gente e se non fosse stato lì. Per questo,grazie alle persone che c’erano e a tutto il contesto sarà per me il mondiale più bello di sempre.

Hai già ottenuto sei titoli, cosa vuol dire per te?
Sono tanti, è una cosa bellissima ed è quello che ho sempre sognato, però da uno a sei cambia tanto e non cambia niente. Alla fine quando vinci un campionato del mondo hai raggiunto un traguardo che è indescrivibile. Sicuramente averlo vinto sei volte è qualcuno che nessuno ha mai fatto fino ad oggi nell’ambito femminile. Non mi sveglio la mattina pensando di aver vinto sei titoli mondiali. Mi sveglio come mi sono sempre svegliata anche prima di vincerli. Questo mi permette di continuare a tenere i piedi per terra e mi permette di godere di ogni piccola cosa. È un attimo perdere il valore delle cose, soprattutto quando sei in un mondo così, dove sei abituato a vincere e al bello. Credo che se uno sappia avvalorare sempre le piccole cose, faccia poi molta più strada nella vita.

Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Punto all’ottavo titolo, dato che l’otto è il mio numero.

Cosa vuol dire per te andare in moto?
È uno stile di vita. Non è una passione, non me l’ha tramandata nessuno. Sono cresciuta in moto e per me la moto è vivere. Ad andare in moto resetto il cervello, nervosismi, momenti no. La moto guarisce tutto.

Dal prossimo anno avrai una compagna di squadra, Larissa Papenmeier, una tua avversaria in pista. Una scelta un po’ particolare...
In tanti non credono al fatto che sia possibile una cosa del genere. Con lei ho un bellissimo rapporto da anni e quest'anno si è consolidato ancora di più. Sono dieci anni che corriamo insieme nel mondiale, ci sono state volte in cui ci siamo date delle “motate”, ma fuori dalla pista c'è sempre stato rispetto al 100%. Per me quello che c'è fuori dalla pista viene prima di quello che c'è in pista. Per questo motivo mi sono sentita di dare la possibilità a lei di avere quello che ho io. Se lo merita, ha un passato che non tutti sanno: lavora per correre nel mondiale. Una mattina, prima della gara di Imola, mi sono svegliata pensando al fatto che l'anno prossimo mi avrebbe fatto più felice dare una mano a lei che vincere un mondiale. Se mi batterà perché andrà più forte di me, le potrò solo che fare i complimenti. Sicuramente per me sarà un grande stimolo, allenarmi con lei sarà come fare ogni volta una gara. Cresco io, cresce lei, è una cosa che va bene per tutti”.

Quale pensi sia la tua forza?
Credo di avere il talento di andare in moto, è una cosa che non mi ha mai insegnato nessuno e mi viene veramente facile. Detto questo, credo di aver costruito negli anni, con l’esperienza, una mentalità e una forza psicologica incredibile. Questo è quello che ti fa vincere i mondiali alle ultime gare. In più il mio team è un team di famiglia e il fatto che non l’ho mai cambiato, e abbiamo sempre lavorato nella stessa direzione, restando un team compatto, credo abbia creato una base solida sotto di me. Queste credo siano le componenti che mi hanno permesso di vincere tanto.

Quali progetti hai per il futuro?
Abbiamo appena aperto una scuola di motocross, dedicata prettamente alle bambine/ragazze, che sarà supportata da Yamaha. Questo sarà uno dei miei lavori futuri: dare agli altri quello che io non ho potuto avere e che ho costruito, insieme alla mia famiglia, sulla mia pelle. Tutta l'esperienza che abbiamo raccolto negli anni. Detto questo mi piacerebbe competere in una gara di Coppa del mondo di Snowboard Cross. Poi vedremo!

Cosa ne pensi delle donne nel motociclismo, uno sport tipicamente maschile?
Io sono cresciuta in mezzo ai bambini e ai ragazzi. In nessun ambito trovo differenza tra uomo e donna. Mi rapporto a un uomo come mi rapporterei a una donna.

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