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Intervista a Luca Marini: “Tre podi consecutivi non sono un caso”

Moto2 news – Luca Marini finora è stato autore di una stagione positiva, arrivando a conquistare tre podi consecutivi. In occasione del Gran Premio d'Aragon abbiamo potuto fare due chiacchiere con lui, ecco cosa ci ha raccontato
"Bagnaia compagno di squadra perfetto"
Poco prima del GP di Aragon, la nostra Serena Zunino ha intervistato Luca Marini, il "fratellino" di Valentino Rossi è alla sua terza stagione in Moto2 e quest'anno ha conquistato i suoi primi podi, per di più di fila: al Sachsenring (terzo), a Brno  (secondo) e in Austria (terzo). Marini ci ha raccontato quali emozioni si provano salendo sul podio per la prima volta, com'è il rapporto con il compagno si squadra Bagnaia e quali consigli darà a Nicolò Bulega, prossimo compagno per la stagione 2019. 

In questa stagione sono arrivati i primi risultati importanti, raccontami le tue sensazioni.
Purtroppo non sono partito forte come volevo, anche se mi sentivo veloce. È stato un inizio complicato, poi però sono arrivati tre podi di fila e non sono stati un caso. Quando ne fai tre così, valgono ancora di più. Sicuramente abbiamo svolto un ottimo lavoro nel box. Mi sono impegnato tanto e la sensazione che si prova salendo sul podio è fantastica. 

Com'è salire sul podio?
Bello. È sicuramente diverso dall’ottenere qualunque altro tipo di risultato. È qualcosa di unico e ti regala forti emozioni che poi ti porti dietro per tutte le altre gare. È il coronamento di tutto quello che abbiamo fatto, dei sacrifici che faccio ogni giorno. Questo ti aiuta anche psicologicamente: nelle gare successive mi sentivo più fiducioso.

Lo dice anche Valentino Rossi: quando vinci, il GP successivo inizia con un atteggiamento diverso.
Assolutamente sì! L’energia positiva dei bei risultati la porti di gara in gara. È importante lavorare sempre bene per ottenere risultati migliori. Piano piano ti migliori. Se fai bene, alla gara successiva parti con un’altra mentalità. Bisogna sempre stare concentrati al massimo e lavorare come si è capaci.

Come sono cambiate le emozioni dal primo, al secondo, al terzo podio?
Dovevi farmela un po’ prima questa domanda, me lo ricordavo meglio! (ride)
Il podio di Brno mi è piaciuto di più rispetto a quello del Sachsenring, la gara è stata più accesa e abbiamo fatto una bella battaglia. Mi sono divertito. Avevo lottato per la vittoria fino all’ultima curva e mi è piaciuto tantissimo. Anche quella dell’Austria è stata una bella gara. Mi soddisfa poi aver ottenuto tre podi in tre modi diversi: al Sachsenring andavo forte, sono stato lì davanti, ma è stata una gara abbastanza noiosa per tutti; a Brno ho fatto una grande battaglia; in Austria ho fatto una grande rimonta.

Ti aspetti di vincere in queste ultime cinque gare?
Non mi aspetto niente. Voglio solo lavorare bene, concentrato per dare il meglio. La seconda parte di campionato mi piace meno, ci sono circuiti che non amo proprio come Aragon, ma quello della Tailandia è nuovo ed è interessante affrontare una pista mai provata prima. Si scoprono nuove cose, nuove curve, non è la solita monotonia. Motegi mi piace abbastanza, invece Phillip Island è bella, ma lì vado piano anche se vorrei andare forte, perché tecnicamente si addice alle mie caratteristiche. Di solito in Australia mi stendo o mi faccio male il venerdì e arrivo alla gara in condizioni pietose. In Malesia fa troppo caldo, mentre Valencia ti dà qualcosa in più perché è l’ultima gara dell’anno.

Che obiettivo hai per queste ultime gare?
Lo stesso di inizio del campionato: stare nella top 5 più gare possibili, lottare per le posizioni che contano, salire sul podio quando capita l’occasione, quando mi sento bene e quando mi trovo bene con la moto. Facendo bene queste ultime gare, preparerò al massimo la prossima stagione che è molto importante. Devo stare concentrato.

Quest’anno hai avuto come compagno di squadra Pecco Bagnaia, cosa ti ha insegnato?
Penso che sia stato un arricchimento reciproco. È sicuramente un grande compagno di squadra, il migliore che abbia mai avuto. Abbiamo un bel dialogo, ci confrontiamo spesso, ci scambiamo consigli anche a livello tecnico. E poi soprattutto, l’unica cosa che conta veramente: c’è molto rispetto in pista e fuori. All’interno del box c’è serenità, lavoriamo bene.

Quindi è stato il tuo miglior compagno di squadra in assoluto?
Credo sia un fatto di amicizia e rispetto che, in questo ambiente, è difficile da avere. Il motociclismo è uno sport prettamente individuale, ognuno pensa a fare la sua strada, cercando come prima cosa di battere il compagno di squadra, invece io e Pecco cerchiamo di aiutarci per battere gli altri.

Dal prossimo anno arriverà Nicolò Bulega, come pensi che sarà?
Sicuramente si troverà meglio qui che in Moto3. La Moto2 per i piloti alti è nettamente più comoda, io ne so qualcosa! Ti cambia la vita. Sono sicuro che tornerà a essere fortissimo. È un pilota di grandissimo talento. Spero di avere un ottimo rapporto anche con lui e di poter lavorare bene nel box. Nel team Sky è difficile che non ci sia un buon rapporto, l’atmosfera che c’è ti fa vivere il weekend di gara in maniera positiva.

Per te andare in moto è…
Velocità! Ciò che amo fare, ma vuol dire anche fare sacrifici. Mi piace andare forte, avere tanta adrenalina. Sono sensazioni difficili da provare nella vita normale. Fare i 200 km/h in curva e in rettilineo andare a 280 sono emozioni uniche che ti porti dentro, cerchi sempre di amplificarle e godertele.

Pecco il prossimo anno andrà in MotoGP, hai voglia anche tu di fare il grande salto?
Sono concentrato sulla mia carriera e sulla mia strada. Sono contento per lui, sono sicuro che andrà forte. Sta guidando molto bene quest’anno, è in forma. La Moto2 secondo me prepara al meglio i piloti, come dimostrano anche Morbidelli, Rins, Vinales e Zarco. Cercherò di migliorarmi ancora di più il prossimo anno, per arrivare in MotoGP in un futuro prossimo.

Tre consigli che darai a Bulega per la Moto2.
Tecnicamente questa classe ha tanti segreti, con l’esperienza ne scopri tanti di anno in anno. Qualunque cosa mi chiederà troverà le porte aperte e proverò ad aiutarlo. Per come sono fatto io è bello avere un compagno di squadra forte che ti sprona a dare qualcosa in più.

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