Salta al contenuto principale

Honda mette in cantiere una nuova CBX a 6 cilindri

Nata nel 1978 con prima moto di serie a sfoggiare 6 cilindri e una potenza per l’epoca mostruosa, la CBX di Honda potrebbe tornare, forse, nel 2019. I disegni depositati dalla Casa dell’Ala dorata lasciano poco spazio all’interpretazione: il richiamo è al passato, ma la tecnologia decisamente moderna
Ritorno della CBX
Con i disegni di un prototipo destinato con ogni probabilità ad essere sviluppato già nei prossimi mesi, Honda “torna al passato” e, più precisamente, agli anni 1978 - 1982. Dalle immagini è palese ma, se tra gli indizi aggiungiamo anche “6 cilindri” diventa immediatamente chiaro di cosa  stiamo parlando… Il richiamo al passato è evidenziato, anche, dallo stile retrò dei semibanubri, della carena che avvolge il faro tondo anteriore (o forse la tabella porta numero) e, sulla sella piatta e minimal, dall’unghia posteriore che “ruba” il posto al passeggero. Le pedane a lui dedicate, tuttavia, suggeriscono l’idea che questa possa essere smontata per passare da una monoposto a una sella per due.
La tecnologia, però, è decisamente moderna e, con quello montato sul vecchio CBX, il nuovo motore dovrebbe condividere solo la configurazione a 6 cilindri: per il resto si parla di tecnologia moderna, eredita com’è chiaro dalle superbike di oggi. Particolarmente scenografico, almeno negli schizzi CAD che vediamo in gallery, il comparto scarico, con due set da tre tubi che, passati nel catalizzatore, “risalgono” tre per lato. Al telaio in tubi è saldato il telaietto reggisella e l’attacco del forcellone a doppio braccio, mentre davanti troviamo una forcella di dimensioni generose a steli rovesciati. Coadiuvati dal singolo al posteriore, a frenare ci pensano i due dischi anteriori morsi da pinze a due pistoncini. Per ora è praticamente tutto quello che possiamo sapere di lei.
Benchè la speranza sia quella di vederla già ad EICMA o Intermot, è difficile ipotizzare una reale data di uscita. Bisogni infatti tener a mente che, in questo caso, non si tratta di “incastrare” un motore già prodotto in un nuovo telaio (o magari in uno modificato, ancora più facile) e aggiungere qualche nuovo elemento, bensì di partire praticamente da zero. Parliamo infatti di una moto tutta nuova che, per forza di cose, richiederà il suo tempo (ammesso che davvero poi si faccia) per essere sviluppata. Per il momento, stiamo sul pezzo e attendiamo novità. 
Per conoscere tutte le novità attese a Intermot, cliccate qui.
Leggi altro su:
Aggiungi un commento