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Presente e futuro dell’e-bike a BikeUp

Alla conferenza inaugurale del festival delle bici a pedalata assistita di Lecco si è fatto il punto sulla situazione attuale del mercato nazionale delle e-bike e delle prospettive future per il sistema Paese. Presentate pure le attività e gli obiettivi del neonato Gruppo Veicoli Elettrici di Ancma e la nuova legislazione in materia di recupero delle batterie esauste delle biciclette
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Green Planet
Una crescita maggiore di quel che appare
Non solo esposizione, test ride e spettacolo. Il festival della bici a pedalata assistita BikeUp è da sempre occasione per fare il punto della situazione del settore delle due ruote elettriche. Alla conferenza inaugurale del 25 maggio a “dare i numeri” è stato Piero Nigrelli, direttore di Biciclette e statistiche di Ancma, confermando l’andamento positivo del settore come vi abbiamo già illustrato ma aggiungendo alcune importanti precisazioni. Il dato di 148.000 e-bike consegnate nel 2017 non riguardano le vendite effettive, ma una stima attendibile basata sui rilevamenti riguardanti la produzione nazionale e i numeri di esportazioni e importazioni. Di fatto, il valore rileva la disponibilità interna di bici elettriche in Italia nel 2017. Più rilevante l’altro chiarimento: nel 2017 le regole europee per il rilevamento statistico sono cambiate ed escludono dal computo veicoli fino al 2016 rientranti nella categoria e-bike, come i monopattini elettrici o personal mover stile Segway. Ne consegue che il +19% registrato nel 2017 è una percentuale sottostimata in quanto ottenuta senza il contributo dei mezzi non più computati. Per Nigrelli, dunque, la crescita effettiva dei cicli a batterie sarebbe di molto superiore al dato riportato dalle statistiche e dovrebbe aggirarsi intorno al 40%. Una percentuale, per altro, più in linea con l’incremento della produzione nazionale (+48%) che, oltre, all’aumento quantitativo dà segnali positivi per il futuro in termini qualitativi. La filiera del made in Italy con la “scossa” è sempre più ampia ed esaustiva con realtà attive in tutti i comparti, dalla produzione dei motori a quelle delle centraline e delle batterie. Unico dato sconfortante, sottolinea Nigrelli, è l’ancora scarsa conoscenza del pubblico sulla realtà delle bici a pedalata assistita come emerge da un’indagine Ancma secondo la quale l’86% degli intervistati dichiara di non sapere cosa è un’e-bike. Una ragione che ha rafforzato la volontà dei responsabili dell’Associazione delle due ruote di Confindustria di creare una sezione specifica dedicata ai modelli a batterie, il Gruppo Veicoli Elettrici istituito a marzo e con alla presidenza Gary Fabris, già direttore commerciale di Italwin. A spiegare le ragioni del neonato reparto di Ancma attivo nella due ruote elettriche, scooter e moto incluse, è lo stesso Fabris. Il primo obiettivo è il rispetto della legalità, ossia combattere le violazioni delle norme di legge da parte di produttori, rivenditori e consumatori, purtroppo ancora frequenti nel comparto e-bike, in particolare per quanto riguarda il rispetto del limite dell’assistenza elettrica entro i 25 km/h. L’intento è pure promuovere le start up innovative nell’intera filiera al fine di creare posti di lavoro e rendere più competitivo a livello internazionale l’industria italiana. Altro proposito è studiare delle forme di supporto al settore elettrico, essenziale per ridurre traffico e inquinamento urbano, che vadano oltre i classici incentivi. L’idea è di puntare a sistemi di agevolazioni simili a quelli adottati nel settore energetico con la possibilità di detrarre gli investimenti per il risparmio elettrico o per la produzione di “corrente” da fonti rinnovabili. Un ultimo punto di rilievo è quello di creare una cultura della e-bike che vada oltre i temi tipici dell’ambientalismo, ossia quelle ecologiche per la riduzione dei gas nocivi per il pianeta e la salute. Il desiderio è di comunicare che l’uso quotidiano della bici elettrica per il bike to work o il bike to school è una scelta vantaggiosa per la persona, che favorisce il benessere fisico e fa risparmiare tempo e denaro. Tra gli altri interventi del convegno “L’e-bike in Italia: presente e futuro di un settore in crescita” citiamo quello di Giuliano Maddalena, direttore generale del Consorzio Ecoped-Ridomus che ha spiegato le regole delle nuova normativa europea che impone il riciclaggio delle componenti elettriche anche per il settore e-bike. Di fatto, da agosto ai consumatori sarà chiesto di consegnare le batterie esauste ai rivenditori e sarà imposto al produttore il riciclo o il corretto smaltimento degli stessi. Una pratica, sottolinea Maddalena, importante per l’ambiente, ma soprattutto per l’economia europea. Con l’incremento della mobilità elettrica, infatti, materiali preziosi per la costruzione degli accumulatori come gallio, indio o germanio saranno sempre più rari e difficili da reperire nelle miniere. Una situazione aggravata dalla decisione della Cina di non esportare più le materie prime, ma soltanto i prodotti finiti contenenti le stesse. In tale contesto il corretto riciclaggio significa recuperare minerali fondamentali e trasformare i rifiuti nelle nostre miniere.

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