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EICMA 2017, intervista a Monica Silva

Nello stand EICMA Photo Live (Padiglione 13, stand M33), la fotografa Monica Silva realizza delle sessioni di live shooting aperte a tutti, ospiti d’eccezione, pubblico e operatori del settore. La fotografa racconta la sua esperienza in un’intervista 
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EICMA Photo Live
Monica Silva è la fotografa ufficiale del set live di EICMA 2017. Dal cuore dell’Esposizione, l’artista e ritrattista cerca la perfetta sinergia tra fotografia d’autore e mondo delle due ruote: i suoi scatti colgono gli sguardi e le espressioni dei visitatori, indagandone la personalità. Tra suoi soggetti anche operatori e vip che, davanti alla macchina, raccontano la propria grande passione.

Cosa rappresenta per te tornare ad EICMA come fotografa ufficiale per il terzo anno consecutivo?
Lavorare per una manifestazione conosciuta a livello internazionale come EICMA è una grande opportunità, ogni volta. Questa collaborazione mi porta di anno in anno a crescere professionalmente, ad affrontare nuove sfide e ad investire sempre di più nel progetto globale, che riguarda sia gli scatti della campagna promozionale, sia la possibilità di realizzare i ritratti fotografici nel corso delle giornate della manifestazione, in un set live che ho progettato personalmente con l’aiuto e il supporto degli organizzatori di EICMA e con la collaborazione di partner che garantiscono i migliori esiti dal punto di vista tecnico. Quest’anno poi, dopo due anni con un set nell’area Kustom, ho l’occasione di lavorare nel cuore pulsante della manifestazione, vicino a brand come BMW, Arch Motorcycle Company - l'azienda di Keanu Reeves fondata con Gard Hollinger - Ducati e molti altri. Una sorta di nuova “prima volta” per me ad EICMA. La fiducia verso il mio lavoro, questo impegno rinnovato e gli stimoli della sfida di quest’anno sono certa che porteranno a risultati che andranno oltre le aspettative.
Il coinvolgimento delle persone, la risposta del pubblico, l’apertura degli operatori si avvertono nelle fotografie che sto facendo in questi giorni; attraverso i miei scatti si può percepire distintamente tutta la passione, l’entusiasmo, la forza e lo spessore delle persone che fanno parte del grande mondo delle due ruote, che si tratti di amatori, esperti, giornalisti o persone dello spettacolo.

Quale valore aggiunto può dare la fotografia d’autore ad una manifestazione come EICMA e alle persone che ne fanno parte?
EICMA è un grande evento internazionale, un appuntamento che ogni anno le persone aspettano con trepidazione. È una settimana di grande partecipazione, entusiasmo, euforia, contatti, visioni, novità.
Le mie fotografie e i ritratti che realizzo vogliono fermare e fissare in maniera indelebile questi attimi, dare un valore aggiunto tangibile, una testimonianza visiva della partecipazione o dell’esperienza di una persona all’interno di questo evento, a prescindere dal suo ruolo. La mia fotografia, fatta in maniera professionale e partecipata, vuole essere la testimonianza tangibile di un’esperienza vissuta. Vuole mostrare il vero volto di chi sente la moto nel cuore.

È interessante notare che, in una manifestazione dedicata al mondo delle moto, la riflessione sull’immagine dei suoi protagonisti sia affidata ad una donna. Qual è il valore aggiunto di questa tua visione al femminile?
Il mondo del motociclismo, così come quello della fotografia d’autore, sono realtà dove numeri e statistiche sono a favore degli uomini. Il mio punto di vista è quindi particolare, diverso, nuovo. Per questo motivo EICMA mi ha scelta, per dare un valore aggiunto e una prospettiva fuori dagli schemi tradizionali. La mia visione mi permette di andare oltre l’immagine forte e decisa dei protagonisti, quella che colpisce di solito a primo impatto, mi consente di non soffermarmi sugli stereotipi e di cogliere le sfumature di uno sguardo o l’incisività di un’espressione nel profondo. Si tratta di dare un preciso tocco femminile, deciso ma delicato. Oltre alla professionalità, alla tecnica e alla grande passione che anche io nutro, fin da giovanissima, per le moto, è anche grazie alla femminilità del mio lavoro che uomini forti e tutti d’un pezzo si sono lasciati andare di fronte al mio obiettivo, svelando la realtà e la potenza della loro passione proprio davanti a me e alla mia macchina fotografica.

Come lavori sul set fotografico di EICMA? Quali sono gli step della creazione di un tuo ritratto “dal vivo”? Colpisce lo studio attento che riesci a fare delle persone che hai davanti, anche se in poco tempo.
Ho la fortuna di lavorare su un set, progettato ad hoc con una serie di aziende partner, con gli organizzatori di EICMA e i miei collaboratori, che mi permette di lavorare in modo rapido, speciale e preciso. Una cosa non da poco in giornate spesso concitate e piene. Ho iniziato ad impostare il set addirittura sei mesi fa, per fare qualcosa che fosse nuovo, di impatto, ma rappresentativo del luogo.
Sono poi da sempre un’osservatrice attenta. Anche in un contesto come EICMA, veloce, pieno di persone, frenetico, prima di mettermi a lavorare sul ritratto di qualcuno cerco sempre di parlare con il soggetto che ho di fronte. È il mio modo di entrare in contatto e metterlo a suo agio.
Cerco di concentrare la sensibilità, l’empatia e l’attenzione che ho nello scrutare le espressioni del viso, anche quelle più piccole, sfiorando leggermente la persona che ho davanti, cercando di entrare in connessione. Questo mi permette di capire e di creare da subito un rapporto di fiducia e di complicità: in un attimo è come se avessero di fronte a loro qualcuno che conoscono, di cui si fidano, non una semplice sconosciuta. La creazione di questo rapporto, anche se limitato, è fondamentale: scattare il ritratto di una persona non è solo un clic, è una grande responsabilità e anche un momento intimo tra me e le persone che incontrano il mio obiettivo; cercare di comprendere in pochi attimi la loro natura e la loro passione, per poi riversarle in un’immagine, è qualcosa che non prendo mai con leggerezza, proprio perché quell’immagine resterà nel tempo come una testimonianza di un momento vissuto.

Cosa cerchi nelle persone che fotografi ad EICMA e di solito cosa ti colpisce di più di loro?
Cerco di scavare in profondità, di trovare qualcosa di speciale nello sguardo o nelle espressioni, anche se le tempistiche con le quali lavoro sono spesso incalzanti. La cosa che mi colpisce sempre, a prescindere dal soggetto - un personaggio famoso, un visitatore, un espositore -  è vedere, attraverso l’atteggiamento e le espressioni, le aspettative, le emozioni e il vero io di chi viene a farsi ritrarre. Perché davanti ad una macchina fotografica c’è sì la voglia di mostrarsi, ma anche una sensazione di disarmo. Posso vedere nei volti che incontro il passaggio di tante espressioni diverse: la sorpresa, l’ansia, i dubbi, la perplessità, la preoccupazione di non risultare al meglio, il desiderio di avere un ricordo bello e indelebile, la voglia di mostrarsi. Sono esattamente queste emozioni che voglio immortalare perché sono quelle che resteranno scolpite sia nella loro memoria sia nella mia esperienza di fotografa.

Quali sono le tipologie di ritratto sulle quali hai lavorato in questi giorni?
In queste giornate di EICMA scatto diversi ritratti: al pubblico, agli ospiti VIP e agli operatori del settore. I visitatori di solito sono quelli più emozionati e meno abituati ad un set come il mio. Dopo i primi momenti di imbarazzo, è piacevole vedere come si sciolgono davanti al mio obiettivo, svelando tutta la loro personalità. Gli ospiti VIP sono quelli, per attitudine, più abituati al mio lavoro; pur avendo ritratto diversi personaggi noti nella mia carriera, la cosa che mi colpisce in un contesto come EICMA è come il loro volto più conosciuto - che si tratti di un conduttore, uno scrittore, un musicista o uno sportivo - passi quasi in secondo piano, per lasciare spazio al grande amore che nutrono per il mondo delle due ruote. È curioso vedere molti personaggi famosi in questo contesto, accompagnati magari dalla loro moto preferita o da quella che vorrebbero avere. Mostrano un’attitudine che forse per loro è molto più naturale, più vera, di quanto ci si aspetterebbe, perché è realmente parte del loro essere. La reazione che invece hanno gli operatori e gli espositori è particolare: davanti al mio obiettivo sembrano lasciare da parte per qualche attimo il loro ruolo istituzionale, serio e professionale, mostrando tutta la passione e l’entusiasmo genuino che hanno nei confronti delle moto.
 

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