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Wedge BMW G310R, in Giappone non sbagliano mai

Continua la storia d’amore tra BMW e i customizers giapponesi. Ad ogni nuovo modello corrisponde una special pazzesca, confezionata da un preparatore del Sol Levante. Questa è su base G310R, la piccoletta di Monaco
Di traverso con la piccola G
Ormai siamo abituati bene: quando un nuovo modello BMW fa la sua comparsa, a breve ecco apparire una special nata da quella base frutto del lavoro di maestri del custom giapponesi.
Se ricordate iniziò tutto con quattro R nineT due anni fa, poi passarono alle gigantesche K1600 ed infine eccoci qua con l’ultima nata del marchio teutonico, la piccola G310R.
Questa roadster prodotta in India e basata su un monocilindrico di 313 centimetri cubi è stata messa nelle amorevoli mani di Takashi Nihira, classe 1981.
Prima di aprire nel 2009 la sua officina Wedge, Takashi ha lavorato come meccanico in un’officina di auto imparando ogni tipo di tecnica, dalla lavorazione dei metalli, passando per saldatura e verniciatura. Abilità trasferite subito al settore moto, quando ha intrapreso la carriera di preparatore, che lo ha portato nel 2014 a vincere il premio “Best Domestic” all’Hot Rod Custom Show di Yokohama: l’Oscar dei preparatori custom.
Benchè esperto, Nihira ha trovato alcune difficoltà quando si è trovato di fronte la piccola G310 con la richiesta da parte di BMW Motorrad Japan di tirarne fuori una preparazione: «Ho sentito una pressione diversa, di solito c’è sempre un proprietario che offre spunti e indicazioni. Stavolta c’era un marchio che mi dava carta bianca su cosa fare. Dopo averla vista al Tokyo Motorcycle Show, mi sono fatto un’idea di cos’è la G310, cioè una roadster con ruote da 17 pollici. Da lì ho iniziato a pensare una customizzazione diversa dal solito: più la special differisce dalla base, più è divertente metterla insieme. Ho deciso di costruire un tracker, perchè mi piace quello stile. E’ libertà, la puoi usare in città o anche per gite fuori porta».
Tolte le plastiche, Takashi ha pensato inizialmente di rifare il telaio, ma ciò avrebbe snaturato troppo la monocilindrica bavarese, quindi la decisione è stata quella di metterlo bene in evidenza insieme allo scarico.
Il mono posteriore è stato spostato sotto al serbatoio adeguatamente risagomato, per ottenere più spazio nella parte posteriore che ha accolto un nuovo sottotelaio e lo scarico fabbricato artigianalmente.
I collettori girano sinuosi attorno al forcellone e arrivano alti con un bel terminale in acciaio inox.
Stock sono rimasti sia l’impianto frenante, sia la forcella che è stata sfilata; nuovi i cerchi da 19 pollici che accolgono un paio di coperture Maxxis da dirt track.
Il filtro K&N è un classicone che le sta a pennello, così come il radiatore laterale e il kit di raffreddamento TrailTech. Una manciata di LED completano il reparto luci, mentre gli indicatori di direzione sono alla fine del manubrio, contribuendo a "pulire" la linea della moto. Al solito MotoGadget il compito di mostrare a che velocità si sta andando.
Per finire i colori: oliva per il telaio, bianco per il colore delle superfici tabelle portanumero comprese. Semplice, minimalista, bellissimo.
Roba da giapponesi. Roba di un altro pianeta.
Photographer : Hiromitsu Yasui

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