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Moto Guzzi Urban Tractor, l'aquila "special" di BCR

Da una storica Moto Guzzi Ambassador 750 (il nome con cui fu commercializzata la V7 negli Stati Unit) del 1969 nasce questa bella special "pronta a tutto", asfalto e sterrato, realizzata da Benjie Flipprboi, il boss di BCR, autore di insolite café racer nel New Jersey
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Fuoriserie
Italiana d'America
Chiunque abbia pensato di realizzare una special è finito prima o poi sul sito di Benjie Flipprboi, alias Benjie’s Café Racers, che realizza splendide special su richiesta in California. Questa Moto Guzzi Ambassador del 1969, soprannominata "Urban Tractor", è l'ultimo progetto di BCR. “Abbiamo immaginato una moto che si potesse guidare su strada, ma anche su strade accidentate e che fosse divertente. Una moto adatta a un pendolare cittadino che passa i weekend su strade impervie", dicono alla BCR, “ci voleva una sfida: abbiamo voluto costruire qualcosa di diverso". Forse l’Ambassador non è la scelta più diffusa per una Guzzi personalizzata, ma Benjie era alla ricerca di qualcosa d’insolito, ma semplice e resistente. Dopo un paio di settimane di ricerca tra gli annunci online, la Guzzi è arrivata. Le condizioni non erano delle migliori: una tonnellata di vernice nera da togliere, sella non originale rovinata, e fumo bianco dallo scarico. Primo passo: il serbatoio. BCR lo voleva più piccolo: “L’originale era troppo grande per quello che avevamo in mente”. E così un nuovo serbatoio è stato fatto da zero in alluminio: stretto, lungo e con degli svasi per le ginocchia. Sono poi arrivate nuove coperture per la forcella, con un porta faro per colmare la distanza tra le piastre che il faro da 5 pollici protetto da una griglia in acciaio inox non riusciva a colmare. I nuovi parafanghi sono stati realizzati in fibra di vetro: l’anteriore è montato alto per ottenere uno “sguardo da enduro", tramite barre in acciaio inossidabile; così il manubrio appartiene alla linea motocross di Honda. In fibra di vetro è anche il pannello che regge la sella che è stata realizzata avvolgendo il pannello con schiuma ad alta densità e cuoio. Dietro c’è un portapacchi artigianale. “Di solito nascondiamo i componenti elettrici quando costruiamo una special”, spiega Benjie, “ma su questa moto abbiamo voluto esporre tutto”. Così la batteria si trova in una nuova scatola di alluminio, stretta da una cinghia di cuoio. Il regolatore di tensione Magneti Marelli originale, vecchio di 45 anni, è stato spostato al parafango posteriore. Il motore non è stato sostituito, ma messo a posto con nuovi pistoni e cilindri da Gilardoni, e una nuova frizione. Visto che Moto Guzzi ha progettato l'Amabassador come una cruiser, lo scarico originale è piuttosto basso, ma ciò poteva essere un problema sullo sterrato. Ecco perché è stato sostituito da un nuovo scarico in acciaio inox artigianale, sollevato di 5".

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