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Classi Euro delle moto e limiti di circolazione

Come si riconoscono le omologazioni Euro? Possono ancora circolare i modelli più inquianti e fino a quando? Ecco tutte le risposte

ntrodotta nel 1992, la classificazione dei motori termici in “euro” stabilisce un tetto massimo alle sostanze inquinanti - quindi monossido di carbonio (Co), idrocarburi incombusti (Hc), ossidi di azoto (Nox) e particolato (Pm) - che un veicolo deve emettere per poter essere immatricolato in Europa. Ovviamente, ad ogni classe corrisponde un limite massimo, sempre più restrittivo man mano che si sale, dall’Euro 1 (con Euro 0 s’intendono tutti i motori pre Euro 1) alla Euro 6, anche se per le moto ci si ferma, ad oggi, all’Euro 5. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di fare chiarezza facendo riferimento ai mezzi della categoria L, cioè moto e scooter.
 

Euro 0


A questa “classe” appartengono tutte le moto immatricolate in Europa prima del 1992, cioè prima dell’introduzione dello standard europeo sulle emissioni inquinanti. 



A) Possono circolare?

Commercializzati fino al 17/06/2003, gli Euro 0 sono i modelli più a rischio: possono ancora circolare, ma non in tutte le città e non in tutte le zone, e magari solo in alcuni periodi dell’anno o della giornata. A deciderlo sono le regioni ed i singoli comuni mediante l’introduzione, ad esempio, di ZTL o apposite “aree” chiuse al traffico: per stare tranquilli e non rischiare multe, conviene controllare orari e restrizioni direttamente sul sito del proprio comune.
 

B) Come riconoscere un Euro 0


I veicoli Euro 0 (moto o scooter) non presentano alcuna dicitura specifica sul libretto di circolazione. In pratica, sono tutti quei veicoli non conformi alla Direttiva 97/24/CE e successive.
 

Come riconoscere la categoria di appartenenza

La data di immatricolazione è già di per se un buon indicatore, ma esistono delle eccezioni. Per conoscere con certezza la categoria Euro a cui appartiene il mezzo, è infatti necessario consultare il libretto di circolazione, dove la categoria inquinante è espressa mediante apposita dicitura.  Vediamole. 


Euro 1

La classe degli Euro 1 raggruppa tutti i modelli omologati dopo il 17 giugno del 1999. Sulla carta di circolazione riportano la dicitura "97/24 cap. 5 fase I", nel caso dei ciclomotori, e "97/24 Cap. 5" nel caso delle moto.

 

Euro 2


Lo standard Euro 2 vale, per i ciclomotori dal 17 giugno 2002 e, per le moto, dal 1 aprile 2003. I primi devono riportare sul libretto al dicitura “conforme alla direttiva 97/24 CE cap.5 fase II”, mentre le seconde “rispetta la direttiva 2002/51/CE fase A”. 

 

Euro 3

Rientrano negli Euro 3 tutte le moto immatricolate a partire dal 1 gennaio 2006. Per i ciclomotori invece si parte dal luglio 2014. Sulla carta di circolazione delle moto Euro 3 dev’esserci scritto “conforme alla direttiva 2003/77/CE”, oppure ”2006/120/CE”. Per i ciclomotori invece 2013/60/CE. 


Euro 4


L’entrata in vigore risale al 1 gennaio 2016, ma è diventata obbligatoria solo nel 2017. Il codice riportato sulla Carta di circolazione che identifica la Euro 4 di motocicli e ciclomotori è E4 168/2013.
 

Euro 5


In vigore dal 1 gennaio 2020 ma obbligatoria solo dal 2021, l’Euro 5 per moto e scooter equivale all’Euro 6 delle auto. Nel nostro caso, vale per tutti i motoveicoli della categoria L (ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli) omologati dopo il 31 dicembre 2019. Sul libretto di un mezzo di categoria L Euro 5 troviamo scritto: “Rispetta il regolamento 134/2014/UE (Euro 5)”. 

Euro 5+

È la classe più alta per i veicoli di categoria L. Verrà introdotta nel 2024 e andrà a sostituire l’Euro 5 con limiti ancor più severi. Più nel dettaglio, a partire dal 2024 tutti i modelli di nuova omologazione dovranno essere Euro 5+, anche se si potranno comunque vendere i“vecchi”modelli Euro 5, mentre a partire dal 2025 tutti i modelli in vendita dovranno essere Euro 5+ , ma le case potranno chiedere una deroga per vendere lotti di Euro 5 nel 2025 e 2026. 

 

Quanti inquinanti ci siamo risparmiati?


In oltre 20 anni, cioè dall’introduzione della normativa Euro 1 per motocicli e ciclomotori (attiva, come detto dal 1999), all’attuale Euro 5, le emissioni combinate di idrocarburi (HC) e ossidi di azoto (NOx) sono state ridotte del 96,6%, mentre le emissioni di monossido di carbonio (CO) sono state tagliate del 92,3%. 

 

Multe e sanzioni

Come accennato sopra, il blocco alla circolazione (totale o limitato ad un certo orario oppure ad una certa zona) viene deciso dalla regione prima e, in definitiva, dal singolo comune, al quale viene concessa la facoltà di aprire o chiudere alla circolazione di determinati veicoli. Ad oggi, in base al Codice della Strada, chiunque violi le disposizioni relative al divieto di circolazione è sanzionabile con il pagamento di una somma da 168 a 679 euro e, nel caso di reiterazione della violazione nel biennio, la multa amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da quindici a trenta giorni.

 

La “deroga” per le storiche e le 2 tempi


Le moto storiche appartenenti alla categoria degli Euro 0, godono di deroghe per ciò che riguarda la circolazione nelle aree chiuse al traffico per ragioni di inquinamento. Anche in questo caso, sono le Regioni ed i Comuni a decidere, ma, tendenzialmente, se storiche, cioè se iscritte al Registro Storico, le Euro 0 possono circolare liberamente. Stesso discorso per i modelli a 2 tempi, la cui circolazione viene generalmente concessa se iscritte ai Registri Storici, ma comunque a decidere sono i singoli comuni.

 

“Upgrade” a Euro successivo

È possibile portare una moto ad un Euro successivo?  a questione è piuttosto complessa: il passaggio da Euro 0 a  uro 1 è abbastanza semplice, mentre quello, per esempio, da Euro 2 a Euro 3 decisamente più difficile. Se l’idea vi stuzzica, l’iter che vi consigliamo di seguire è di chiedere al concessionario se il vosto modello può fare il passaggio e poi farsi dare i documenti dalla casa - sempre tramite concessionario - per far aggiornare la carta di circolazione. 

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