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MotoGP 2014 Valentino Rossi, Silvano Galbusera: "È il massimo stare con lui"

Silvano Galbusera ha debuttato in MotoGP  in questa stagione entrando dalla porta principale, come capo meccanico di Valentino Rossi. In un'intervista ha raccontato come ha conosciuto il Dottore, i suoi timori per questa avventura e del feeling che è scattato subito col campione di Tavullia. Belle parole anche per Jeremy Brugess di cui ha preso il posto
Manca solo la vittoria
Silvano Galbusera è nuovo nell'ambiente del Motomondiale, tanto che nel paddock tuttora la gente non lo riconosce. Il nuovo capo tecnico di Valentino Rossi, successore di Jeremy Burgess, ha raccontato gli inizi con il Dottore: “Con Valentino ci siamo conosciuti ad un test nel 2010, quando aveva chiesto a Yamaha di fare una prova con una Superbike per capire il suo livello di forma dopo l'incidente del Mugello. Penso che ci sia stata subito affinità: lui ci aveva dato dei buoni consigli e noi avevamo sistemato la moto esattamente come la voleva lui. Dopo di allora non ci siamo più sentiti, anche se ovviamente io ho continuato a seguire la sua carriera. Verso ottobre dello scorso anno, dopo il Gran Premio del Giappone, Yamaha e Massimo Meregalli mi hanno chiesto di aspettare prima di prendere impegni con qualcun altro per il prossimo anno, perchè c'era la possibilità che qualcosa potesse succedere con Vale. Quando Rossi tornò in Europa dopo la gara, ci siamo incontrati, e lì mi hanno chiesto se volevo lavorare con loro. Gli ho detto che era matto, ma lavorare al suo fianco era una grande opportunità per me, e siamo andati d'accordo sin dall'inizio”. Un'impresa non indifferente per uno che non aveva mai avuto a che fare con una moto di quel genere: “All'inizio avevo un po' di paura, ma non perché Valentino aveva lavorato per tanto tempo con Jeremy o perché aveva già vinto tanto, ma perché non avevo mai avuto esperienza con una MotoGP prima, e non ero sicuro di poter essere al livello di un pilota come lui. È sicuramente uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, è italiano, ha vinto tanti titoli, ed essere il suo capo-meccanico non è un lavoro come un altro. All'inizio ero un po' intimorito, ma poco a poco ho trovato la strada giusta”. Silvano non aveva mai conosciuto di persona Jeremy Burgess, l'ex braccio destro di Valentino di cui ha preso il posto. L'unico incontro c'è stato a Valencia, proprio durante il passaggio di testimone: “Jeremy lo conoscevo solo di fama, però a Valencia, al lunedì mattina dopo la gara, ci siamo trovati a far colazione insieme in albergo, ed è stato molto simpatico e gentile con me. Mi aveva incoraggiato ad accettare il lavoro, quello che fino ad allora era stato il suo lavoro. Mi disse di non preoccuparmi e di accettare la sfida. È stato un vero gentiluomo, un'ottima persona”. Silvano è poi passato a parlare di Valentino: “Lo vedo molto concentrato, cerca sempre di capire cosa può cambiare nel suo stile di guida per adattarsi meglio alla moto, alle gomme. Secondo me il passo più grande che ha fatto è stato proprio quello di cambiare il suo stile per assecondare queste nuove gomme, che hanno meno aderenza in piega. Parte del suo miglioramento proviene da queste modifiche al suo stile: la Yamaha è migliorata in frenata e in accelerazione, ma lui è più concentrato dello scorso anno e guida anche meglio. Ha la motivazione per continuare a cambiare il suo stile e conoscere meglio la sua moto, così come le gomme”. Dopo aver disputato le prime undici gare il bilancio è sicuramente positivo, ma manca qualcosa: “Mi sento più tranquillo, ma non siamo soddisfatti al 100% perché non abbiamo ancora vinto, anche se abbiamo fatto il massimo per riuscirci. Spero di essere riuscito ad aiutare Valentino a tornare a divertirsi sulla moto. Non potevo chiedere di più, perché con Valentino sono arrivato al Top. Voglio aiutarlo ad ottenere il massimo in ogni gara, a migliorare corsa dopo corsa. Più che lavorare per Valentino, non c'è molto che si possa fare”.

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