Salta al contenuto principale

Smartphone alla guida: responsabile di tre incidenti su quattro

Allineati con la media europea, gli italiani che durante la guida si distraggono con lo smartphone sono più del 50 per cento e, aggiungiamo, in continuo aumento. Le multe non bastano, serve un cambio di mentalità: Polizia di Stato, Anas e Aci e puntano sulle campagne di informazione e sensibilizzazione
Image
News
Dieci secondi al buio per un sms
Tra le principali cause di incidenti, in Italia come in Europa, gli smartphone detengono oggi un ruolo da protagonisti. A confermarlo non solo le statistiche, ma anche le stesse forze dell’ordine e gli esperti di sicurezza stradale che sulla pericolosità di questi dispositivi alla guida non hanno più alcun dubbio. Fare multe, tuttavia, non basta: dopo 15 anni di diminuzione costante, gli incidenti mortali registrati nel 2015 erano aumentati del 2 percento, calando poi del 3 nei primi mesi del 2016. Da gennaio ad agosto 2016, tuttavia, polizia stradale e carabinieri hanno fatto 30.094 multe a chi guidava usando il cellulare, il 26,6 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2015: “Sono cifre ancora troppo alte - osserva Santo Puccia, primo dirigente della Polizia di Stato - e impongono una riflessione sulle cause che rendono le nostre strade così pericolose. È indubbio che condotte di guida rischiose o distratte, soprattutto per l'utilizzo di smartphone, sono tra le principali colpevoli degli incidenti”. Quello italiano è un dato che s’allinea senza troppe discrepanze con la media europea, imponendo quindi un ragionamento serio, capillare e ben studiato al fine di limitare il problema: tre incidenti su quattro avvengono oggi a causa della distrazione del conducente e non è certo difficile intuire cosa di concreto possa essere individuato come responsabile. “Un tempo era la sintonizzazione della stazione radio - osserva Enrico Pagliari dell'area professionale tecnica dell'Aci - adesso è tutta la gamma delle attività di chi è sempre connesso. Mentre si guida si mandano sms, si controlla la posta, si fanno selfie e si chatta sui social network. Ognuna di queste attività equivale a guidare alla cieca, come fossimo bendati, per almeno 10 secondi. In quel lasso di tempo, a 40 chilometri all'ora, si percorrono almeno 110 metri, in cui può succedere di tutto".
Stando ai dati raccolti dai vari organi di ricerca, ad ammettere di guidare con il cellulare in mano è il 51 percento degli italiani: chiaro dunque che le multe non siano sufficenti. "È necessario incrementare ancora i controlli - spiega Puccia - e adeguare le sanzioni alla pericolosità della condotta, ma non basta, è indispensabile un cambiamento di mentalità”. "Insieme all'Anas abbiamo avviato un'iniziativa diffusa su web, social network e radio con lo slogan "Se non rispondi non muore nessuno. Quando guidi #guidaebasta”. L’intento è di parlare in modo diretto agli automobilisti per renderli consapevoli del pericolo di distrarsi". Coinvolgendo anche l'attore Francesco Mandelli per video e messaggi, l’Aci domanda invece sui social agli automobilisti di tutta Italia: "Quando guidate a 100 all'ora chiudete gli occhi?". Rispondono due eloquenti hashtag: #guardalastrada e #mollastotelefono.

Aggiungi un commento