Salta al contenuto principale

SBK 2015, intervista esclusiva Ayrton Badovini: “Con BMW è stato come tornare in famiglia”

SBK news – La stagione di Ayrton Badovini è iniziata tardi, perché il team con cui doveva correre nel 2015 si è dissolto prima dell'inizio del campionato. Il pilota italiano è stato così richiamato da BMW e i risultati non hanno tardato ad arrivare. A Imola ha ottenuto un sesto e quinto posto, ecco cosa ci ha raccontato di questo suo ritorno nella squadra che l'ha lanciato
Ayrton Badovini nelle ultime stagioni non è stato molto fortunato nella scelta dei team: l'anno scorso aveva firmato con Bimota che a metà stagione si è ritirata e quest'anno doveva correre per il team JR Racing, sparito però prima dell'inizio del campionato. Il 2015 sembrava a rischio per il pilota di Biella, ma il team BMW Motorrad Italia l'ha chiamato dopo aver risolto il rapporto con Sylvain Barrier. Nel terzo round, ad Aragon, Badovini è tornato in sella alla BMW e a Imola  ha stupito tutti conquistando il sesto e il quinto posto nelle due gare. Ecco cosa ci ha detto di questa sua stagione "particolare".

Come hai vissuto questo inizio di stagione complicato?
È stata veramente difficile. Arrivavo da una stagione complicata (era pilota Bimota, che è stata squalificata a metà stagione, ndr). È veramente frustrante avere a che fare con qualcosa dove tu non determini niente. Sei impotente e questa è stata la cosa più difficile da digerire. L'ho vissuta veramente male. Oggi però potrei dire che fortunatamente il progetto non è partito e ho avuto la possibilità di tornare nuovamente in BMW.

Quando hai iniziato a capire che le cose non andavano davvero bene?
Onestamente sono sempre stato un po' dubbioso. Al momento del contratto sembrava una delle situazioni migliori e la presentazione del team mi aveva dato garanzie. Avevo fiducia nelle persone che ne facevano parte. Quando i primi test sono stati rimandati, ho capito che c'era qualcosa che non andava. A gennaio non era stato fatto ancora assolutamente niente! Avevo ancora un po' di speranza, ma ormai mi ero rassegnato.

Come hai trovato la BMW?
Mi sono sentito subito a mio agio. La grande difficoltà è la mancanza di ritmo, inizio adesso ad avere una costanza di guida e a essere a posto con la moto. Ho trovato veramente una buona base. Un pregio è il motore, secondo me abbiamo uno dei motori più forti che ci siano, mentre il nostro punto debole credo sia la gestione elettronica.

Dopo i primi due round che obiettivi ti sei posto per la stagione?
Analizzata la situazione, il nostro obiettivo è quello di restare intorno alla quinta o sesta posizione. Questo è il nostro target per ogni corsa. Poi le gare sono gare, c'è la volta che finisci nei dieci e la volta che hai fortuna e finisci nei tre.

Hai ancora problemi al braccio destro?
No no, è stata solo un'infiammazione dovuta al fatto che ero stato fermo per otto mesi. Non era niente di cronico, semplicemente in tredici giorni ne avevo fatti sei di moto, con due week end di gare vicini. In più la pista di Assen è sempre stata molto ostica e arrivarci stanco dopo la prima gara ha influito sul rendimento.

Il tuo team attuale è quasi lo stesso di quello con cui hai vinto la Stock 1000, com'è lavorare con loro?
È stato come tornare in famiglia. A parte alcuni membri, che hanno cambiato le funzioni, per il resto dopo la prima gara mi sono sentita come se non fossi mai andato via. È molto bello perché c'è un grande feeling, ci basta anche solo uno sguardo a volte per capirci.

Come descriveresti il tuo stile di guida?
La tendenza di adesso è quella di non stare molto alla massima piega, perché le gomme Pirelli sono molto performanti quando la moto viene raddrizzata un pochino in uscita di curva. Quindi mi sto costringendo a cambiare il stile di guida. Sicuramente dev' essere una guida più sulla trazione in uscita che sulla velocità di ingresso in curva. 
Aggiungi un commento