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Motorsport Rescue Italia, il team degli angeli custodi della Gibraltar Race

In un contesto come quello della Gibraltar Race, avere un team equipaggiato che intervenga in caso di emergenza è indispensabile. Quest’anno, sul percorso di gara, sono costantemente presenti e attive due macchine sanitarie 4x4 in grado di raggiungere con rapidità il luogo di un eventuale incidente e soccorrere con professionalità il pilota ferito.
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Professionalità e strategia
La Gibraltar Race 2017 è giunta, ormai, al tredicesimo giorno di gara. In una manifestazione lunga e stressante come questa, qualche inconveniente capita quasi sistematicamente e, anche se la speranza è che nessuno si faccia male, quando questo è accaduto si ha avuto modo di apprezzare il lavoro di uno dei protagonisti del dietro le quinte della Gibraltar Race: il Motorsport Rescue, ovvero il team composto da medici e soccorritori che segue dal primo giorno la competizione.
L’esponente principale del team è Mauro De Vecchis, meglio conosciuto come Mauro SafetyCar, soccorritore/paramedico di Verona che si è specializzato nell'assistenza sanitaria durante le competizioni motoristiche in fuoristrada.
Per fare ciò Mauro ha trasformato (e omologato) la sua Toyota Land Cruiser 80 in un'ambulanza 4x4 dotata di ogni presidio sanitario necessario a gestire primo soccorso e trasporto in sicurezza dell'infortunato fuori dal tracciato off-road.
Mauro, fuoristradista per hobby e soccorritore sulle ambulanze come volontario, si è reso conto che, nel mondo off-road, mancava una figura che garantisse la sicurezza in "ambienti ostili". Così, dal 2010, la sua 4x4 è presente nelle gare più famose dell'ambiente fuoristradistico, in Italia e soprattutto all'estero, di auto e moto. Mauro, nel tempo, ha maturato una notevole esperienza di navigazione oltre che, naturalmente, di guida, tanto che gli organizzatori ormai lo considerano una garanzia. Oltre a svolgere il suo importantissimo ruolo sanitario, è capace di agire in modo indipendente, in quando ha imparato a conoscere a fondo meccanismi e tempistiche di gara.
La sua ambulanza 4x4 merita di essere vista perché unica nel suo genere: all'esterno, gomme tassellate e asserto rialzato la rendono imponente; dentro, strumentazioni sofisticate di navigazione e reperibilità completano l'allestimento. Lo spazio adibito ai sedili posteriori e al bagagliaio è, invece, interamente dedicato all'attrezzatura medica e all'accoglienza del paziente.
Lo staff della Gibraltar Race 2017 ha, dunque, affidato a lui il piano sanitario della gara, un impegno molto importante, che Mauro ha pensato di mettere in atto munendosi di due macchine sanitarie 4x4 e cinque persone, in modo da coprire in maniera il più capillare possibile il percorso di gara che i piloti attraversano durante le due settimane di Black Sea-Gibraltar, per avere la certezza di essere sempre seguiti e supportati in caso di necessità e imprevisti.
A bordo di ogni macchina, quindi, Mauro ha previsto un sanitario professionista - un medico - e un soccorritore che lo possa aiutare nelle manovre da eseguire in due. La quinta persona della squadra, invece, è un soccorritore munito costantemente del suo zaino sanitario, che viaggia con il primo mezzo dell’organizzazione per giungere il prima possbile all’arrivo della tappa e accogliere, in questo modo, eventuali motociclisti che hanno avuto qualche piccolo inconveniente da un punto di vista sanitario durante la giornata ma che, comunque, sono arrivati in fondo alla tappa senza traumi particolari.
Tra i membri del Rescue Team, tuttavia, avviene spesso una rotazione, in modo da essere preparati ad agire in ogni evenienza e imparare a collaborare con tutti gli altri, senza che si formino degli equipaggi fissi. Questo perché, così facendo, si crea più coesione tra medico e soccorritore. Nella prima settimana erano presenti un medico olandese e un medico greco, nella seconda parte della gara, invece, sono arrivati un medico greco e un medico italiano, un soccorritore è andato via e ne è arrivato un altro. Quindi, la rotazione è interessante anche perché i sanitari provengono da nazioni diverse, dai quali si possono apprendere nuovi modi di approcciarsi al paziente e venire a conoscenza di procedure diverse.
Mauro, in più, ha pensato a come posizionare le macchine sanitarie 4x4 lungo il percorso e al criterio con cui muoverle. Si tratta di decisioni molto delicate perché, ovviamente, la vicinanza influisce sulla velocità con cui si raggiunge il luogo dell’emergenza e, quindi, il posizionamento delle macchina deve essere strategico. Per fare questo le due vetture si collocano in due posizioni diverse all’interno di differenti prove speciali. Dopodiché, all’interno del tracciato, il loro movimento avviene anche un po’ work in progress, in base alla situazione del momento. Se una macchina è impegnata da qualche parte, l’altra deve coprire anche la parte lasciata scoperta, effettuando continui spostamenti avanti e indietro nelle speciali, pronta a intervenire in caso di necessità.
Ma come avviene la chiamata? Ce lo spiega direttamente Mauro: «Ogni motociclista è dotato di un dispositivo spot in grado di lanciare due allarmi, uno meccanico e uno sanitario. Quando viene premuto il tasto sanitario, il congegno fa partire tre sms: uno destinato a un veicolo sanitario, uno all’altro veicolo sanitario, e un terzo alla direzione gara. Il messaggio contiene tutti i dati necessari a rintracciare il motociclista, con il suo numero di gara e la sua posizione GPS. A quel punto io mi metto in contatto immediatamente con la direzione gara, e valutiamo assieme quale delle due macchine è più idonea a intervenire. Se si tratta della mia macchina parto immediatamente, mentre se la vettura più vicina è l’altra, io la allerto. L’equipaggio, tuttavia, nel frattempo si è già cercato il punto GPS da raggiungere sui sistemi di navigazione evoluti di cui disponiamo a bordo, e aspetta solo il via per partire. Quando medico e soccorritore arrivano sul posto, valutano la situazione, prestano i primi soccorsi necessari e, a quel punto, se la situazione del paziente è grave, lo portano all’ospedale».
«I nostri veicoli - continua Mauro - hanno tutto ciò che c’è in un’ambulanza stradale d’emergenza, e anche la nostra capacità di intervento è molto alta: da una semplice escoriazione all’intubazione nel momento in cui c’è un arresto cardio respiratorio. Insomma, siamo preparati a ogni genere di situazione, anche grazie alla preparazione trasversale dei professionisti che abbiamo a bordo: Il medico olandese è un rianimatore, il medico greco è un ortopedico, il medico italiano è un chirurgo. Dunque, riusciamo a coprire bene tutto quello che può succedere da un punto di vista d’emergenza, traumatico, e via dicendo».
«L’impegno è grande e stancante, però sono ripagato da una grande soddisfazione. Quest’anno sono molto contento perché credo che stiamo facendo un lavoro eccellente. Siamo sempre stati solerti, siamo sempre arrivati in tempi rapidi, e abbiamo sempre risolto le problematiche dei pazienti. Siamo sempre molto visibili lungo il percorso, e questo dà un senso di sicurezza ai partecipanti che possono, così, concentrarsi meglio sulla gara».
Una figura come quella di Mauro e dei suoi colleghi, unita a due mezzi 4x4 così equipaggiati, è indispensabile nel contesto della Gibraltar Race, nonché in quello di tutte le competizioni off-road in quanto, nonostante la prevenzione, il rischio è insito in questi sport. I piloti sono i primi a esserne consapevoli tanto che, la frase che più spesso rivolgono a Mauro è: «Speriamo di vederci solo a cena!».

Ph. Alessio Corradini

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