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MotoGP Jorge Lorenzo: “Ad Assen ho corso per castigarmi"

MotoGP notizie - Jorge Lorenzo ha analizzato questa sua ultima stagione 2013 parlando del suo avversario più forte, Marc Marquez, e di Dani Pedrosa che anche quest'anno ha fallito la rincorsa al titolo. E rivela che ha deciso di correre ad Assen con la spalla fratturata solo per punirsi del suo errore
Quattro punti che valgono un titolo
Perdere un mondiale per una manciata di punti, dopo una stagione come quella appena passata con otto vittorie e due giri più veloci, non dev'essere stato piacevole per Jorge Lorenzo. Il pilota della Yamaha ha spiegato il suo punto di vista: “Un mondiale si perde perché, a volte, la moto non è la migliore o perché il pilota sbaglia o perché le circostanze si mettono contro. La mia moto non è stata sempre la migliore, io ho sbagliato alcune volte e in altre occasioni è mancata un po' di fortuna. E ovviamente perché i miei rivali sono molto bravi. Non è solo un fattore che ti fa perdere”. È vero, ma immaginiamo che Marquez fosse stato sulla Yamaha M1 al suo posto. L'epilogo sarebbe stato lo stesso? “Marquez è un giustissimo vincitore, si merita completamente di essere campione del mondo. Che un rookie vinca sei gare e nelle altre si ripeta stando sempre sul podio è qualcosa che prima era riuscito a fare solo Kenny Roberts. Questo indica un livello di guida che va oltre qualsiasi moto tu possa guidare. Inoltre della stagione di Marc, ti direi che per me sono state determinanti le lesioni: tre cadute e due fratture della clavicola, questa è tanta sfortuna. Normalmente non ti fai così tanto male con tre cadute, questo ha condizionato la mia stagione”. Sulla decisione di correre ad Assen a 48 ore dall'operazione, ribadisce di non averlo fatto per eroismo: “Capisco che possa essere stato interpretato così, ma se devo essere sincero non l'ho fatto per eroismo. E neanche per dignità. Non sono un eroe. L'ho fatto essenzialmente come auto castigo. È stata una penitenza che ho imposto a me stesso per aver gestito così male le prove. Quando piangevo di dolore sotto il casco, ho ricordato a me stesso che mai più avrei dovuto commettere quell'errore. Non avrei dovuto rischiare così tanto durante la giornata di venerdì sul bagnato, quando tutti sapevamo che la gara sarebbe stata in condizioni di asciutto. È stato imperdonabile, un errore da principiante, ero così deluso e arrabbiato con me stesso che in qualche moto avrei dovuto espiarlo”. Marquez è stato un rivale più duro di Pedrosa? “Sì, non a caso è campione del mondo. Inoltre è sempre più difficile competere contro un pilota che non conosci, e Dani lo conosco molto di più. Dani ha fatto una stagione ottima e durante buona parte dell'anno è stato davanti a me, sarebbe mancargli di rispetto non riconoscere che quest'anno specialmente è stato un grande avversario, come si è visto nella gara di Valencia. Dani e Marc sono due piloti con due stili completamente diversi. Marquez sa controllare i suoi limiti in una maniera sorprendente per un debuttante. Ti obbliga a stare sempre davanti a lui, non ti lascia respirare, però la sua seconda stagione non sarà come la prima, non ci sarà più l'effetto sorpresa. Secondo me sarà molto più difficile”. Frecciatina lanciata...

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Ninja
Gio, 11/28/2013 - 17:44
Suvvia, Jorge, sorridi! In moto ci si deve divertire, se si sbaglia pazienza