Salta al contenuto principale

Moto3, intervista esclusiva a Andrea Locatelli: “Il Motomondiale insegna molto a livello umano"

Moto3 news –  Andrea Locatelli, diciannovenne bergamasco in forze al Team KTM Leopard Racing ha già fatto vedere grandi risultati in pista. Dopo il quarto posto in Argentina e il quinto in Texas, Andrea vuole continuare a fare bene e ci ha raccontato come sta vivendo questa stagione, com'è arrivato fin qui, cos'ha imparato finora, e chi tifa in MotoGP...
Image
MotoGP
Classe 1996, Andrea Locatelli è al suo terzo anno di Motomondiale, nella categoria Moto3, e in questa stagione corre nel team campione del mondo Leopard Racing. Dopo un 21esimo posto in Qatar, il bergamasco ha potuto mettere in mostra il suo talento e in Argentina e in Texas ha conquistato due ottimi posti, un quarto e un quinto. Purtroppo la gara di Jerez è durata solo pochi giri, a causa di un contatto di gara, ma il “Loka” è fiducioso delle sue potenzialità e della sua KTM e l'obiettivo è sempre lo stesso: vincere.

Com è il tuo feeling con la moto?
A parte in Qatar, dove ho riscontrato problemi in gara, ho un buon feeling e oltre all'Argentina, dove le condizioni erano strane e sono riuscito a finire quarto, siamo riusciti a riconfermarci bene in Texas, sempre con qualche problemino, ma gara dopo gara sembra migliorare. L'anno scorso ho fatto una stagione strana e poi mi sono fatto male, sicuramente anche io devo ancora migliorare, ma siamo sulla buona strada.

Cosa ti piace di più della KTM?
È una moto buona, funziona davvero bene soprattutto di motore, e mi piace. L'unica cosa è che possiamo migliorare nella ciclistica. In generale la KTM mi permette di frenare molto forte, e questo è uno dei miei punti forti, e ha molta stabilità sul davanti. Va guidata un po' più aggressiva rispetto a quello cui ero abituato, e ci sto riuscendo piano piano.

Quali aspettative hai in questa stagione?
Eravamo partiti per vincere, siamo al terzo anno, abbiamo maturato un po' di esperienza e la mentalità è quella. Sicuramente vincere sarà dura, come fare podi e conquistare vittorie, ma si può fare tutto. Ogni domenica punto a fare il meglio possibile, sicuramente ci saranno gare difficili e gare più semplici, ma l'obiettivo è quello. Ho il massimo, sono nella squadra campione del mondo, il metodo di lavoro secondo me è il migliore, non manca assolutamente niente. Bisogna solo continuare a lavorare così, dobbiamo sicuramente migliorare ancora qualcosa, ma secondo me stiamo andando davvero forte.

Che metodo di lavoro avete?
È cambiato l'insieme, la squadra è nuova, e tra le altre novità il mio telemetrista è spagnolo, quindi ho dovuto imparare anche un po' la lingua. Mi preoccupo un po' meno, sono più sereno e tranquillo, mi concentro su quello che devo fare in pista e mi vengono trasmessi i punti dove migliorare, guardando la telemetria. Ad ogni turno mi fermo e scarichiamo i dati, si fanno quelle piccole modifiche, e così miglioriamo.

Il giovedì che giornata è per te?
Inizialmente cerco sempre di sistemare le mie cose e una volta fatto quello parlo sempre con i tecnici per fare il punto della situazione, soprattutto sul piano gomme. È la giornata di attesa prima di iniziare.

Come ti concentri in griglia prima della partenza?
Dipende sempre da come la si affronta e dalla posizione in griglia che si occupa. In Qatar partivo un po' indietro, pensavo di risalire ma abbiamo faticato molto. In Argentina, anche lì, partivo indietro, ma da subito sono arrivato davanti e ho continuato con quel passo. Qui ho studiato di più quella che poteva essere la strategia, con la scusa che la pista non era proprio nelle condizioni migliori: avevo guardato in quali punti passare, l'avevo analizzata maggiormente. In Texas, invece, scattavo settimo, sapevo di non poter sbagliare nulla, dovevo partire e attaccare, quindi la si vive con un'altra mentalità. Sono gare che non sai mai come iniziano e come finiscono. In generale è chiaro che se parti ultimo, devi provare a rimontare, già alla prima curva ti butti dentro. Partire davanti vuol dire fare le cose un po' “a modo”. Dal sabato sera ho le idee chiare, analizzo tutto, nel warm up riproviamo la moto e poi si parte.

Sei al terzo anno di Motomondiale, cosa ti ha insegnato?
Mi ha cambiato molto come persona. Parlo sempre del paesino in cui abito, Selvino, e lì sei un po' fuori da tutto, siamo cresciuti fino a 18 anni stando in oratorio, quindi con determinate regole. Qui invece la situazione è diversa. Inoltre partire e viaggiare in tutto il mondo ti cambia, non è come stare fermo in paese. Sono un ragazzo normale come gli altri, ma questa vita mi ha anche un po' “svegliato”, è un'esperienza che non tutti possono fare. A livello umano insegna molto. Per quanto riguarda la pista all'inizio ci sono state tante difficoltà, ora che siamo al terzo anno è tutto un po' più semplice. Sono contento, sto facendo una gran bella esperienza e ho un'ottima squadra, anche questo aiuta e stimola di più.

Quali sono le piste dove potrai esprimere al meglio il tuo potenziale?
Finora ho dimostrato, anche negli anni passati, di essere sempre veloce sulle piste dove non giriamo molto, come le extra europee. Con il fatto che imparo alla svelta la pista, vado subito abbastanza forte, il tempo non è molto, magari riesco ad avere qualcosa in più rispetto agli altri. Le mie preferite sono quella del Texas, anche perché sono innamorato dell'America, mi piace molto la pista e l'atmosfera è speciale, e il trittico - Giappone, Australia, Malesia - dove sono tutte molto vicine e in una settimana cambia proprio tutto il panorama, dalla cultura al clima, è strano e mi affascina molto.

Tornato dal Texas il tuo fan club ti ha organizzato una festa!
È quello che succede quando arrivi da un paese, dove tutti ci conosciamo e ci si vuole bene. Ho un grande affetto e tanti amici, fanno tante cose, forse anche fin troppo dato che non abbiamo ancora fatto un podio. Queste cose mi danno la carica e voglio ripagarli al meglio.

Quando non sei impegnato con il Motomondiale cosa fai?
Mi piace molto allenarmi, quindi correre, andare in bicicletta, piuttosto che andare in moto. Qualche serata in compagnia con gli amici non manca mai. Svolgo una vita normale come tutti. Mi piace essere un atleta, allenarmi, dedico tempo a quello e appena posso vado su altre moto, tipo cross o motard. È un divertimento, ogni giorno si impara una cosa nuova.

Sei uno dei pochi piloti del nord Italia, come sei arrivato fin qua?
È sempre stato un sogno. A cinque anni vedevo Valentino alla televisione e dicevo “Voglio essere lì”. È partito tutto così per caso, con le minimoto, e quando sono cresciuto ho corso con le MiniGP:  in quegli anni Honda Italia aveva organizzato i loro trofei con le NSF 100, dove sono andato bene e hanno poi deciso di portarmi al campionato italiano. Arrivato lì non sapevo cosa fare, perché economicamente il campionato italiano costava molto, è arrivata Mahindra Racing che mi ha chiamato, un bel colpo di fortuna. Ho così vinto il campionato italiano e successivamente ho avuto la possibilità di correre nel mondiale con il team San Carlo. È stato un anno difficile e grazie ai miei sponsor siamo riusciti a passare da Gresini, dove ho fatto esperienza, e quest'anno sono arrivato qui. Sicuramente non è per caso, qualcosa hanno capito e qualcosa c'è. Ho ben presente i sacrifici che hanno fatto tutti e il grande lavoro che c'è dietro, sono consapevole. Mio papà mi ha sempre dato la possibilità, non mi ha mai fatto mancare niente, direi che forse ce lo siamo meritati. Siamo più che soddisfatti perché è arrivato tutto così, è stata una “grazia”, avevamo seminato bene. I miei genitori purtroppo vengono poco, entrambi lavorano e ho altri due fratelli, quindi “la carretta qualcuno deve tirarla avanti”. Verranno adesso in Francia. Credo che sia un desiderio che anche per loro si è avverato.

Chi tifi in MotoGP?
Non tifo nessuno, sono uno che analizza e guarda i piloti. Come stile di guida per me il migliore rimane Lorenzo, dimostra di essere il più costante, ma allo stesso tempo la storia che ha fatto Valentino mi affascina: tutte quelle battaglie, tutti quei sorpassi.

Photo credit: Marco Guidetti

Aggiungi un commento