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Marchi "dimenticati" – I 9 che vorremmo vedere di nuovo su strada

La storia motociclistica è costellata di marchi storici che, per un motivo o per l'altro, sono spariti. Molti di loro “riposano” nei portafogli di alcuni grandi gruppi. Ecco i nove che vorremmo nuovamente vedere sulle nostre strade
Nove marchi da rivedere al più presto!
Aermacchi – Il marchio italiano attivissino negli anni 50 e 60, poi passato negli anni 70 ad Harley-Davidson, attualmente “dorme” nel portafoglio di MV Agusta Group. Lo stabilimento e il marchio furono rilevati dai fratelli Castiglio che nel 1978 diedero vita Cagiva e al momento non sembra previsto nessun tipo di operazione di recupero. L'ingresso di Mercedes nel gruppo MV, il recente sviluppo di mercato offerto dalla nuova piattaforma a tre cilindri, uniti alla sempre più crescente domanda nel settore vintage, potrebbe però far cambiare a Giovanni Castiglioni...

BSA – È forse l'ultimo dei grandi marchi inglesi a non aver ancora trovato qualcuno disposto a farlo rivivere. Ed è un peccato perché BSA ha fatto la storia della moto in Inghilterra e nel mondo almeno fino a tutti gli anni 60. Nel decennio successivo l'arrivo dei giapponesi e molte scelte imprenditoriali sbagliate (come il ciclomotore a tre ruote Ariel 3) la portarono sul viale del tramonto. Il marchio negli anni 70 venne acquisito da Norton e inserito in un "calderone statale" da dove BSA non è mai più riemersa.

Ciao – A differenza dei marchi sopra citati, Ciao è il nome di un prodotto, ma ha comunque fatto la storia del mercato italiano. Il moped per eccellenza è uscito di produzione nel 2006 e, attualmente è in stand-by nel portafoglio marchi di Piaggio. Per la sua semplicità meccanica potrebbe essere un modello ancora “forte” e in grado di raggranellare diverse quote di mercato, oppure dare vita a una linea di biciclette a pedalata assistita. Al momento però, del futuro del Ciao si sa ben poco. Di lui restano i numeri: 3,5 milioni di esemplari venduti in poco meno di 40 anni...

Laverda – Altro marchio storico “dormiente” che meriterebbe di essere ripreso e riportato agli antichi fasti. Fondata a Breganze nel 1949 e attivissima fino ai primi anni 80, alcuni suoi modelli sono passati alla storia, come la SF 750 e la sua omologa da competizione 750 SFC, plurivittoriosa nelle gare riservate alle moto di serie negli anni 70. Dopo la crisi degli anni 90, il marchio è stato acquistato da Aprilia nel 2000. Il rilancio sarebbe dovuto avvenire nel 2003 con la presentazione della nuova SFC1000 sviluppata sulla base della RSV 1000. Poi, i guai finanziari di Aprilia stopparono l'operazione e il seguente passaggio della casa di Noale a Piaggio ha bloccato tutti i progetti-

Maserati – Tutti conoscono la divisione auto del marchio,  in pochi ricordano invece la “Fabbrica Candele Accumulatori Maserati” attiva tra gli anni 50 e 60. La sua produzione fu totalmente basata su monocilindrici di piccola cilindrata e attualmente il marchio “riposa” tra le braccia della ex Fiat, ora FCA.

MZ – Questo marchio tedesco attualmente vive un presente incerto tra rischio di chiusura definitiva e “virate” verso mercati differenti come le piccole cilindrate e i modelli elettrici. Prima il marchio teutonico era sinonimo di competizioni e tra gli anni 60 e 80 si aggiudicò la Sei Giorni di Enduro per ben 7 volte.

NSU – Fondata nel 1973 la NSU è ricordata dagli appassionati più in là con gli anni per le vittorie nel mondiale negli anni 50 e per modelli come Rennfox 125 e Rennmax 250, dominatrici nelle rispettive clasi nel biennio 53-54. Ora il marchio NSU riposa nel portafoglio Volkswagen da parecchi anni, la recente acquisizione di Ducati da parte del gruppo tedesco, potrebbe aver bloccato qualsiasi progetto per riportarlo in vita.

Scott – Il marchio inglese ha una storia solida alle spalle almeno fino agli anni 50, decennio in cui dopo essere stato posto in liquidazione ha “vivacchiato” con piccole produzioni fino alla metà degli anni 70. Tra i modelli del marchio si ricorda la The Flying Squirrell modello con motore da 500 o 600 cm3 a due tempi, l'ultimo prodotto dal marchio prima di prendere la china discendente.

Velocette – Insieme a BSA il brand inglese praticamente è uno dei pochi a non essere ancora stato toccato dal “revisionismo” di cui hanno recentemente beneficiato marchi storici come Ariel, Matchless e Brough. Velocette fu la costola “motocicistica” della Veloce STD con sede a Birmingham, i suoi modelli non raggiunsero le vendite di BSA e Norton ma ebbero comunque parecchi estimatori. Al momento il marchio è legato a una produzione di componenti per moto e i proprietari non sembrano interessati al "grande salto"...




 

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Kawatappino
Gio, 02/19/2015 - 10:10
A parte qualche scooter abbastanza inutile, basta e avanza il marchio Piaggio, anche Gilera meriterebbe un ritorno in grande stile come hanno fatto con la Guzzi, magari differenziandola a sufficienza da evitare una guerra in casa. Qualche bella motoretta in stile vintage che ricordi bei modelli come la Giubileo con un bel motorino anche monocilindrico a fare un po' di concorrenza a moto come la Yamaha SR400 o le cino-francesi Mash o la sempre interessante Royal Enfield...