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Il peso piuma di Ron Wood

Per una volta ci occupiamo di qualcosa di trasformato sì, ma parecchio tempo fa. Si tratta della meravigliosa flat tracker su base Norton firmata da Ron Wood (e no, non stiamo parlando del chitarrista degli Stones)
Rosso di traverso
L’anno scorso una special che piacque molto sul web fu la flat tracker di 72 Motorcycles, basata sulla recente Norton Commando 961. La motocicletta, molto semplice, aveva belle forme e un colore assolutamente poco avvezzo alle moto inglesi.



Ma, come al solito, nessuno s’è inventato nulla: quella Norton rossa era uno riuscitissimo tributo a una compagna di marca ben più famosa e anziana, costruita dal preparatore Ron Wood, solo omonimo del chitarrista degli Stones, negli anni Settanta che diede filo da torcere alle Harley-Davidson XR750 sugli ovali del campionato A.M.A. con le sue “big tubes”, chiamate così per il particolare telaio.



Questo in foto è l’esemplare di proprietà di Jamie Waters, un appassionato di classiche veloci che vive negli States e più precisamente a New York.
Come lui stesso spiega: «Considero le Norton di Wood assolutamente seminali per gli anni d’oro della disciplina del dirt track in America quando anche un privato poteva vincere sull’onda della propria determinazione. I mezzi di Ron Wood erano splendidi allora e anche oggi, quarant’anni dopo, fanno cadere parecchie mandibole per la loro bellezza».



Jamie ha comprato la sua Norton direttamente da Wood. E’ una “lightweight” caratterizzata da un telaio, con un solo tubo nella parte superiore e due, di ridotta sezione, molto ravvicinati in quella inferiore, il tutto per ridurre peso.
Quei mezzi costruiti dal 1971 fecero scalpore in quanto in più di una occasione si piazzarono davanti alle Norton ufficiali alle gare National americane: sebbene non factory, nel 1978 la sua fu la seconda vittoria di sempre ottenuta da una moto della casa inglese.



Il lavoro fatto su queste Norton non si limitava, se così si può dire, a un nuovo telaio. Il motore stesso era rielaborato con nuovi pistoni Hepolites con compressione variabile tra i 9.5 e i 10.5:1 a seconda del campo di gara con bassa compressione per gli ovali più lunghi.



Come si intuisce dal logo dominante, i carburatori sono dei Dell’Orto da 36 mm; ulteriori modifiche sono state effettuate con l’installazione di un nuovo albero motore e uno scarico CR Axtell che ha portato la piccola Norton alla ragguardevole potenza di 83 cavalli a 7500 giri/minuto, valore inferiore a quello espresso dai motori Harley e Yamaha ma che venivano surclassati nel rapporto peso potenza decisamente più basso. D’altronde la leggerezza è sempre stata il chiodo fisso dell’ingegneria inglese.

Delle forcelle Ceriani e dei cerchi in lega Barnes da 19 pollici completano il quadro di componenti raffinati. Curiosa la scelta del serbatoio che per la lightweight è di origine Yamaha DT e non il classico particolare usato sulla Norton Commando Hi-Rider.
Questa macchina da gara oltre ad essere bellissima è anche l’ultima moto Norton a vincere nell’A.M.A., salendo sul gradino più alto del podio ad Ascot nel 1978. Come dire, non solo bella.

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