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Gibraltar Race, tappa 4: Aiossa e Ricci e le 4 forature

La quarta giornata della Gibraltar Race 2017 è stata alquanto insolita per Cristiano Ricci e Gianclaudio Aiossa. Quattro forature a una gomma hanno portato i due concorrenti a mettere in secondo piano la gara per vagare attraverso la Macedonia per risolvere il problema
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Off-Road
Aiossa Disadventure
L'avventura, si sa, è fatta d'imprevisti, e un moto challenge lungo e variegato come la Gibraltar Race ne ha in serbo un bel po' per i concorrenti. Non si tratta solamente di sorprese legate a difficoltà di navigazione piuttosto che guasti alla moto o, peggio, incidenti. A volte può capitare che aiutare un altro concorrente alle prese con una foratura alla gomma porti con sé una serie di eventi tali da essere costretti a saltare completamente le prove speciali dell'intera tappa.
La quarta giornata della Black Sea-Gibraltar ha messo a dura prova i concorrenti che hanno dovuto guidare per 550 chilometri dalla Macedonia fino a Dhermi, in Albania. Tre le prove speciali, con una variante hard facoltativa nella terza, che ha aumentato il livello di difficoltà di una giornata già di per sé lunga e impegnativa, con un fondo abbastanza scivoloso perché molto secco e polveroso.
Non ha proprio visto gli sterrati, invece, Gianclaudio Aiossa, nome già noto a chi, l'anno scorso, ha seguito la Athens-Gibraltar 2016 e, in generare, ha visto i video dei suoi numerosi viaggi in moto. Alla partenza della quarta tappa, infatti, il concorrente Cristiano Ricci ha forato una gomma proprio un momento prima di partire. Gianclaudio era nei paraggi ha scelto di aspettare il compagno mentre i meccanici gli sistemavano il problema. Qualche minuto dopo partono, ma la gomma è nuovamente a terra. Tornano, così, al bivacco, e Cristiano viene assistito dai meccanici dell'organizzazione della Gibraltar. Finalmente pare tutto a posto e si mettono in viaggio. Non fanno a tempo a lasciare la cittadina di Skopje che il problema si ripresenta. Aiossa ormai si sente in dovere di restare al fianco di Cristiano, così lo accompagna dal primo gommista che riescono a scovare. Peccato, però, che il 26 giugno in Macedonia ricorra una qualche non ben precisata festività e, di conseguenza, è tutto chiuso. Chiedono allora aiuto al bar di fronte, che avvisa il gommista dell'emergenza e gli fa aprire l'officina. I tempi di attesa, manco a dirlo, sono biblici. Un'ora intera per aspettare l'arrivo del gommista, un'altra ora abbondante perché lui esca a procurarsi una camera d'aria. Finalmente il danno viene riparato e dopo tre forature Cristiano e Gianclaudio credono che il peggio sia passato. Invece, incredibilmente, per la quarta foratura era solo questione di pochi chilometri, e i due piloti sono punto e a capo.
Questa volta, diversamente, non sono loro a doversi preoccupare di cercare aiuto perché interviene un abitante del luogo che, alla vista di due piloti tutti equipaggiati con tute e moto prepararte, si esalta e li conduce, così, a casa sua, dove dispone di una piccola collezione di moto e auto di cui va orgoglioso e che mostra con fierezza ai due malcapitati, ormai ostaggio di quel viaggiatore nostalgico e gasatissimo. Super attrezzato, il macedone ripara in modo finalmente corretto la gomma della moto di Cristiano, cambiando la camera d'aria e ponendo fine, dopo una serie di vicissitudini, alla loro curiosa disavventura.
Ormai la giornata era persa, e i due concorrenti, a quel punto, se la sono presa comoda, arrivando a Dhermi percorrendo solo il trasferimento su asfalto.
Tutto sommato, comunque, lo spirito di solidarietà tra concorrenti e il fortunato incontro con un "fratello" motociclista che si è fatto in quattro per soccorrere due piloti in difficoltà, è valso un arretramento in classifica. Una gara dura un periodo limitato di tempo, il senso di appartenenza alla famiglia delle due ruote si conferma senza tempo e senza confini.

Ph. Alessio Corradini

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