Salta al contenuto principale

Documento Unico di circolazione: tante promesse per nulla

Dal prossimo anno il Documento unico di circolazione accorperà il libretto di circolazione e il certificato di proprietà, ma si sono perse le tracce dei risparmi che, secondo i politici, sarebbero derivate da questa riforma
Fino a oggi (e ancora per qualche mese), il proprietario di una motocicletta, per poter circolare, ha bisogno di 2 documenti: il certificato di proprietà rilasciato dal PRA e la carta di circolazione, cioè il libretto della moto rilasciato dalla Motorizzazione, sul quale sono indicati i dati anagrafici del proprietario del veicolo e i dati di immatricolazione e tecnici del veicolo. Dal 2018 invece ci sarà un unico documento che raccoglierà i dati relativi alla proprietà e le caratteristiche del veicolo, diremo addio quindi al Certificato di Proprietà e alla Carta di Circolazione.
Questa "riforma", secondo le solite promesse politiche, avrebbe dovuto portare a "significativi risparmi” grazie alla riorganizzazione dei servizi e alla riduzione dei costi di gestione dei dati. Nei mesi scorsi si era addirittura parlato dell'eliminazione delle due marche da bollo, del valore di euro 16 ciascuna, oltre alla riduzione della tariffa del PRA per l’iscrizione o la trascrizione del veicolo, da 27 a 20 euro.
Possiamo metterci il cuore in pace, nel testo di legge non sono previste riduzioni dei costi delle pratiche di immatricolazione e dei passaggi di proprietà. Infatti le norme prevedono che la tariffa sarà determinata entro il 30 aprile 2018, e che non dovrà essere superiore alla somma dell’importo delle tariffe previste attualmente. Quindi, nella migliore tradizione italica, possiamo solo ritenerci fortunati che non ci saranno ulteriori aumenti...
Qui di seguito, comunque, trovate i diversi step con cui sarà avviata la "riforma".
 
1. 24 luglio 2017: la vigilanza sulle attività del PRA passerà dalla Presidenza del Consiglio (nonostante resti ancora competente sull’Aci) al Ministero dei Trasporti.
2. 22 settembre 2017: entro questa data il Ministero dei Trasporti è obbligato a emanare due decreti per attuare la riforma: a) il primo decreto dovrà stabilire le modalità attraverso le quali il documento unico riporterà i dati relativi alla proprietà e alla disponibilità del veicolo (come ad esempio, eventuali ipoteche e fermi, che attualmente sono annotati nel certificato di proprietà che, pertanto, verrà soppresso); b) il secondo decreto dovrà fissare la forma ed il contenuto del modello di domanda da presentare per ottenere il documento unico.
3. 20 gennaio 2018: entro tale data dovranno essere emanati altri due decreti per coordinare le novità previste dalla riforma sia con le norme del Codice della strada che con le attività dello Sportello telematico dell’automobilista.
4. 30 aprile 2018: Tre Ministeri (Trasporti, Economia, Giustizia) dovranno emanare un decreto per stabilire la nuova tariffa da pagare per ottenere il documento unico. L’importo sarà non superiore alla somma delle tariffe oggi previste per carta di circolazione e certificato di proprietà. Non si sa ancora se ci sarà un qualche risparmio, oppure se la tariffa sarà fissata in importo pari a quelle attuali.
5. 1 luglio 2018: data prevista per l’entrata in vigore delle modifiche al Codice della strada legate alla riforma, da questa data chi acquista un veicolo nuovo riceverà i nuovi documenti, mentre sui veicoli già circolanti resteranno validi sia la carta di circolazione che il certificato di proprietà, che saranno sostituiti in caso di passaggio di proprietà.
6. 24 luglio 2018: data entro cui il Ministero dei Trasporti dovrà presentare al Parlamento una relazione sull’impatto della riforma, anche per quanto riguarda i costi per l’utenza.

 

Leggi altro su:

Aggiungi un commento