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Bollo moto d’epoca, Corte Costituzionale cancella agevolazioni di Basilicata e Umbria

La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del Governo contro le leggi regionali di Umbria e Basilicata che avevano ripristinato l'esenzione dal bollo per moto e auto di età compresa tra 20 anni e 29 anni. Secondo i giudici le regioni non hanno la competenza per stabilire esenzioni da tasse di carattere nazionale come è il bollo auto. A rischio anche le agevolazioni introdotte dalle altre regioni?
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Le ventenni devono pagare
La legge di stabilità del 2015 aveva cancellato ogni esenzione dal bollo per i motoveicoli (ma anche per gli autoveicoli) di interesse storico o collezionistico immatricolati da almeno 20 anni ma meno di 30. Confermato invece l’esonero dalla tassa di circolazione soltanto per i veicoli con più di trenta anni. Una decisione che non è piaciuta a tutti gli appassionati di veicoli d'epoca, che hanno trovato una "spalla" nelle regioni, molte delle quali hanno "eluso" la legge nazionale tornando ad offrire l'esenzione per i veicoli tra i 20 e i 30 anni. Tra queste Umbria e Basilicata che avevano mantenuto il regime fiscale di favore attraverso l’emanazione di apposite normative regionali.
Il Governo ha subito impugnato le due leggi di fronte alla Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 199 del 21 luglio 2016, le ha riconosciute illegittime, ritenendole invasive della competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di tributi erariali. Infatti la tassa automobilistica è prevista dall’art. 8, comma 2, del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, che permette alle Regioni di disciplinarla, fermi restando i limiti massimi di manovrabilità indicati dalla legislazione statale. In pratica il bollo rappresenta un’imposta regionale, ma solo lo Stato potrebbe decidere eventuali esenzioni. Resta ora da vedere cosa succederà alle altre regioni che hanno previsto agevolazioni e non sono poche: Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Provincia autonoma Bolzano e Trento, Veneto.

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