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Aprilia RSV 1000, mozzo sterzante per curvare meglio

Arriva da nord dell’Inghilterra un prototipo molto particolare, motorizzato col bicilindrico di Noale. Il principio di funzionamento è quello della Bimota Tesi e Vyrus: lo sterzo è affidato non più alla forcella, ma al mozzo ruota anteriore
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Fuoriserie
Gira la ruota
Il mondo delle Special non coinvolge solo gli appassionati di modifiche estetiche, ma anche chi preferisce dedicarsi alla ciclistica per creare qualcosa di diverso dal solito. Spesso, infatti si vedono particolari sperimentazioni sull’architettura delle sospensioni, ne è un esempio il prototipo che vi mostriamo qui, con un animo dannatamente racing. L’avantreno progettato da Shaun (il proprietario) si basa sul concetto di mozzo ruota sterzante: come sulla Bimota Tesi e sulle Vyrus. Tramite un apposito meccanismo, il movimento imposto sul manubrio viene direttamente trasmesso al mozzo anteriore, che ruota attorno ai perni di sostegno. “Non avevo mai provato una moto con questo sistema e nessuno me la voleva prestare, così ho deciso di costruirmela” dice Shaun, customizzatore per hobby. In tre anni, nella sua cantina piena di attrezzi (tra cui una fresa CNC autocostruita), è nato questo prototipo. Dell’Aprilia RSV 1000 R, usata come base di partenza, è rimasto giusto il motore: il bicilindrico a V di 60 gradi dotato di una buona dose di potenza e coppia. Per la nuova sospensione anteriore ha preso spunto dai progetti di Jack Difazio, un must per quanto riguarda questo tipo di architettura, è realizzata con tubi di acciaio T45 e supporti e mozzi in alluminio 7075. Per facilitare lo sviluppo, i supporti dell’asse anteriore sono facilmente removibili per provare diverse configurazioni di interasse e distribuzione dei pesi. La sospensione posteriore utilizza gli stessi materiali, mentre il telaio centrale è fresato dal pieno dall'alluminio. Gli ammortizzatori sono aftermarket, mentre i cerchi (poi opportunamente modificati) provengono da una Yamaha R1. Particolari cure sono state votate all’impianto di raffreddamento, che andava rifatto da zero per adattarsi alle nuove forme della moto: i radiatori sono artigianali così come tubazioni e collegamenti, progettati da Shaun. Per quanto riguarda le sovrastrutture, invece, il proprietario ha usato di nuovo l’alluminio per creare il serbatoio e il codone, successivamente verniciati in nero satinato con effetto carbonio. Ma, in fondo, come si guida questa moto? “Ad essere onesti, la prima volta che l’ho guidata ho tenuto i piedi per terra per trovare feeling. Però dopo qualche metro i piedi erano già sulle pedane e ho fatto qualche giro di pista. L’unica cosa che posso dire è che è sorprendente! Non affonda in frenata, lo sterzo è molto neutro”. C’erano però alcuni particolare dell’assetto da sistemare, così Shaun è intervenuto su sospensioni, altezze, interasse e altri parametri per migliorare sempre di più il feeling di guida. Ora la moto pesa 178 kg, con una distribuzione dei pesi leggermente sbilanciata verso l’avantreno (51%/49%). La rivista inglese Performance Bikes, dopo averla provata, ha detto: “È la migliore Special che abbiamo mai provato”. Shaun non può che essere fiero del suo risultato, ma nonostante questo è alla continua ricerca di nuove modifiche per la sua creatura. Tra i suoi progetti c’è anche una moto simile ma con motore della RSV4… 

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