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MotoGP, intervista esclusiva col dottor Michele Zasa: “Siamo i medici di famiglia del paddock”

Da tre anni il dottor Michele Zasa gestisce la Clinica Mobile, un'esperienza impegnativa che ha dato ottimi frutti, coinvolgendo sempre di più i piloti. A stagione finita ne abbiamo parlato con lui, ecco cosa ci ha raccontato
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Tre anni sono tanti per chi vive al ritmo della MotoGP, se poi devi gestire un'istituzione del circus, come la Clinica Mobile, possono essere ancora più pesanti. Finita la stagione 2016 ne abbiamo parlato col dottor Michele Zasa che, dal 2013, ha preso il timone della Clinica, sostituendo il Dottor Costa. Sono stati anni intensi e ricchi di novità, compresa un'app che ha permesso di dialogare meglio con i piloti. Ecco cosa ci ha raccontato.

Sei al termine della tua terza stagione del Motomondiale, che bilancio fai della tua esperienza?
Positivo. È stato un periodo abbastanza impegnativo, sono stati tre anni intensi, ma ci sono anche stati dei bei risultati. In primis la fiducia dei piloti, e poi tante cose nuove, che abbiamo introdotto a livello tecnologico, di idee e organizzazione. È quindi un bilancio positivo, anche riguardo a quello che vogliamo fare in futuro.

Finora quali novità hai portato?
Molte a livello tecnologico, a partire dalla strumentazione, tecnologia in ambito fisioterapico, un ecografo, una radiografia digitale. I piloti ora stanno utilizzando una nostra App sul cellulare con la quale prenotano i massaggi. È un'iniziativa che è piaciuta, si sono abituati anche abbastanza rapidamente.
Poi abbiamo introdotto anche un database elettronico, che ci permette di fare ricerca e di mantenere i dati.

Raccontami com'è nata quest'applicazione.
È nata da un'esigenza di evitare lunghe code ai piloti, che magari arrivavano in tanti alla stessa ora e si trovavano a dover aspettare, ma è servita anche a noi per pianificare meglio l'attività in clinica mobile. Abbiamo così pensato di costituire un'App per gestire gli appuntamenti. I piloti si possono prenotare, con diversi livelli di benefit, tra Moto3, Moto2 e MotoGP, e anche di orari. Chiaramente i piloti di Moto3, che finiscono le prove molto presto, fanno interventi fino ad una certa ora, e così anche per i piloti di Moto2 e MotoGP. Vedo che stanno apprezzando e stanno capendo il nostro sforzo.

Da quando è attiva?
Abbiamo iniziato con delle versioni test durante l'estate ed è poi completamente attiva da settembre, da Misano.

Quanti interventi fate a week end?
Continuiamo ad avere dei numeri importanti, sui 400/500 interventi, di cui un terzo o un quarto di medicina, sia per piloti sia per gente del paddock, si va dalla caduta con la consulenza ortopedica, all'influenza e alla gastrointerite. Tutto il resto di fisioterapia. In pratica siamo i medici di famiglia del paddock.

Quindi avete un buon rapporto con la gente del paddock...
Fin dall'inizio c'è stata una grande richiesta dei nostri servizi. Penso che si rendano conto di avere una struttura unica che non esiste in altri sport, che è al loro servizio, credo che apprezzino questo. Da quando c'è stato il passaggio di testimone si sono trovati da subito a loro agio.

Il Dottor Costa si fa sentire ancora?
Con lui ci sentiamo sempre, è nostro ospite alle gare italiane. Ora si dedica ad altro, è molto vicino a Zanardi, più che altro ci confrontiamo ogni tanto su alcuni aspetti di gestione. Magari gli chiedo un parere, come lui si è comportato in passato in certe situazioni e lui è sempre disponibile a darmi un consiglio. Ci sentiamo periodicamente. Logicamente a lui manca la Clinica Mobile, era il suo mondo e la sua vita, ma ad un certo punto ha dovuto fare una scelta, per il bene della Clinica Mobile stessa.

Qual è stata finora la tua soddisfazione più grande?
Non parlerei di una in particolare. In generale è vedere giorno dopo giorno i piloti arrivare, chiedere il tuo aiuto, il tuo parere. Questo vuol dire che lavori bene e che ti apprezzano. Essenzialmente è questo.

Qual è stato invece il momento peggiore?
Quello che è successo a Barcellona quest'anno, con Luis (Salom, ndr). Lui era spesso con noi, avevamo un rapporto stretto ed è stato difficile. Tendo a non voler ricordare quella giornata. Abbiamo vissuto tutto in diretta, sono andato anche in ospedale, dove sono stati fatti gli ulteriori tentativi di rianimazione. Sono ricordi di sensazioni brutte, della madre che era lì in ospedale, di quando le abbiamo dovuto dare la notizia. Lui è sempre con noi, abbiamo una sua foto qui. Si va avanti, ricordandolo sempre, con un ricordo vivo. Come di Luis mi ricordo sempre anche di Marco, di quando erano vivi e delle cose belle che facevamo insieme. Luis aveva una risata unica.

Seguite i piloti anche fuori dal circuito?
A volte mi chiamano quando sono a casa, se hanno l'influenza. Sono più abituati a sentirsi con me che col medico di famiglia... Qualche pilota l'abbiamo seguito fuori, quando c'era di mezzo un infortunio, per esempio Enea Bastianini quando a maggio si è fatto male al polso. Anche Petrucci quando si era fatto male alla mano. Anche altri sportivi ci contattano per chiedere un parere o per avere un fisioterapista di riferimento.

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