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MotoGP 2017 intervista esclusiva, Dovizioso: “Mi mancava correre per il titolo"

MotoGP news - Andrea Dovizioso ha vinto il Gran Premio d'Austria con una grande prova. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato come sta vivendo questa annata così speciale, come ha gestito l'ultimo giro della gara contro lo spagnolo, quanto le gomme stanno influenzando il campionato e, infine, ci ha regalato il suo ricordo di Nicky Hayden
DesmoDovi
Al Red Bull Ring Ducati ha trionfato ancora una volta, autore di questa impresa è stato Andrea Dovizioso, che dopo un duello spettacolare con Marc Marquez, ha tagliato il traguardo per primo ottenendo la sua terza vittoria stagionale. Il "Dovi" è ora secondo in campionato, a soli 16 punti dallo spagnolo con cui sta lottando per il titolo. La nostra inviata Serena Zunino era  in Austria e ha potuto scambiare quattro chiacchiere con il Dovi.
“Ho vinto in extremis!" ha raccontato soddisfatto il forlivese "Nell’ultimo giro avevo un piccolo vantaggio ma perdevo troppo nelle curve a sinistra, quindi dovevo chiudere le porte. Non avevo capito che (Marquez ndr) non era attaccato a me, quindi nelle curve a sinistra andavo più piano e gli ho dato la possibilità di farmi riprendere. Alla penultima staccata ero molto forte e ho pensato ‘se si butta dentro, andiamo fuori tutti e due’ ma frenando così forte non sono uscito perfettamente e soprattutto sono riuscito a sentire che lui ha aperto il gas prima di me, quindi voleva dire che l’aveva preparata meglio e si lanciava per la staccata successiva. La lucidità mi ha fatto fare la differenza: se avessi chiuso la porta saremmo andati tutti e due fuori pista e lui essendo all’interno avrebbe vinto al 100%; questo ragionamento mi ha aiutato. L’unica cosa che potevo fare era staccare forte, mantenere la porta aperta dato che lui da dietro doveva arrivare più forte e non fermarsi come me, e quindi sarei uscito più forte. Nel momento che mi ha superato ha dovuto ridurre la velocità tantissimo per uscire bene, e io ero  più veloce". Dovizioso, ancor prima di tagliare il traguardo ha fatto un gesto con la mano, che ha poi spiegato: "Non è stato pensato, è stato istintivo, perché stavamo per rovinare tutta la gara. È stato un po’ per dire “V*******o, ti ho fregato!’ È stata una prova di forza per come abbiamo gestito la gara, l'intero week end e nei momenti importanti noi ci siamo stati. Questo ci fa realmente credere che ce lo possiamo giocare e far credere agli avversari che noi ci siamo".

Parlando in generale di questa stagione, la prima parte è stata decisamente positiva, come la descrivi?
È partita benissimo, ma le prime gare non stavamo andando molto bene. Poi è cambiata la rotta e siamo diventati competitivi in tutte le condizioni e questo è fondamentale per lottare per il campionato. Sono molto molto contento di come sta andando. Siamo molto competitivi ma non quanto vorrei, mi sento di poter migliorare ancora certe cose. Ci sono alcune caratteristiche che non sono perfette, ma siamo davvero veloci e siamo in lizza per il campionato. Tutto può ancora succedere.

In 11 gare hai conquistato tre vittorie, soddisfatto?
Sì, vincere tante gare in MotoGP oggi è molto difficile, quindi  sono molto contento. Bisognava fare più punti in certe gare ma non ce l’abbiamo fatta.

Sei anche sorpreso?
Un po’ sì. Vincere tre gare, dove le abbiamo vinte e come le abbiamo vinte, nessuno se lo sarebbe davvero aspettato, io in primis, anche se corri per questo. La vittoria del Mugello è stata ineguagliabile, ma vincere in volata è sempre qualcosa di molto adrenalinico.

Sei alla tua decima stagione e stai lottando per il titolo, come vivi questa situazione?
Da paura! Riuscire a farlo con Ducati, in questa situazione, dopo tutto quello che abbiamo sofferto... ed era da tanto che non correvo per il campionato. Questo mi è mancato tantissimo avendo corso per il titolo molte volte. Non averlo potuto fare negli ultimi anni è stato diverso. Per chi ha una mentalità abituata a lottare per il campionato riprovare adesso questa sensazione è bellissimo. Non è una sensazione di pressione, è un “ok ci siamo, spingiamo ancora di più”, ti senti nel tuo mondo quando sei in lotta per il campionato. È assolutamente positivo e bello.

Hai cambiato qualche abitudine nel week end di gara?
Durante il fine settimana no, l’ho cambiata a casa. Ho cambiato la preparazione e il mio preparatore. Ho cambiato certe cose, piccole piccole piccole, ma se sei al massimo livello possono fare la differenza. Ho cambiato certe cose anche perché certe persone mi hanno fatto capire delle cose e me le porto dietro a livello sportivo, ma anzi molto di più a livello personale e di conseguenza hanno un effetto sulle corse. Mi sento una persona diversa, quel poco che mi fa vivere qualsiasi cosa in un modo nettamente migliore rispetto a prima. Un risultato è sempre un insieme di cose, non arriva mai per una motivazione, in nessun mondo. Questo è qualcosa che sommato a tante altre cose fa ottenere certi risultati.

Quest’anno il campionato è molto serrato, come la spieghi questa cosa?
È una conseguenza di queste gomme. La gomma, in qualsiasi campionato, è un elemento che può fare la differenza più di qualsiasi altra cosa sulla moto. È normale che influenzino il campionato.
Ci sono però delle gomme che hanno delle caratteristiche diverse e  quelle che ha la Michelin sono difficili da portare nel range giusto della temperatura, ogni volta ci sono moto che funzionano meglio di altre per le gomme che hanno portato in una pista… È un mix di vari fattori che, se non sono dentro ad un range giusto, non funzionano, ed è per questo che in una gara va bene una moto e in un’altra ne va bene un’altra. Per questo ci sono tanti piloti diversi e tante moto diverse in lotta.


Una delle novità di quest'anno è il tuo compagno di squadra e nel box pare esserci più armonia. Com'è Lorenzo?
È molto particolare anche lui, come lo è Iannone, ma in maniera diversa. Ognuno è fatto a proprio modo, può avere varie caratteristiche che possono essere negative e positive, ma la differenza è che fino ad oggi con lui non ho mai pensato “devo fare una strategia su Jorge” “devo stare attento che sennò mi frega”. Lui pensa a se stesso, io penso a me e cerchiamo di portare a casa il massimo. Questo crea un rapporto tranquillissimo, indipendentemente da che persona sei, che tu mi piaccia o no, perché non cerchi di influenzare un’altra persona. C’è serenità indipendentemente dal risultato. Secondo me è normale che i rapporti siano così nei team, non era normale com’è stato negli anni passati o come succede in altri team.

Nel 2013 sei stato compagno di squadra di Nicky Hayden, come lo ricordi?
Era una persona davvero tranquilla e molto appassionata di moto, e in questo mondo non è scontato. Tutti vogliono correre in moto, ma c’è modo e modo di essere appassionati. Lui era uno di quelli a cui piacevano le moto, tutto quello che c’era al di fuori della gara comunque girava intorno alle moto. Infatti si è visto anche nella sua carriera, quando non ha più avuto la possibilità di competere al massimo livello in MotoGP è andato in Superbike perché a lui piaceva correre. Non è assolutamente scontato che un campione della MotoGP vada a correre in Superbike.  Era una persona con cui non litigavi, che non cercava mai la discussione, e molto molto simpatico, anche se la metà delle battute non era facile capirle per lo slang che aveva! (ride)

Valentino ha creato la VR46 Riders Academy, tu hai qualche idea simile in mente per il tuo futuro?
In questi anni mi è capitato di pensarci, soprattutto nel momento in cui non ero molto competitivo e pensavo ad altro. Ho delle idee, ma non voglio parlarne più di tanto perché non è il momento adatto. Ho idee ben chiare, intanto si sogna, poi si vedrà cosa sarà realizzabile. Sicuramente mi ritengo una persona con tanta esperienza nelle corse, analitica, quindi potrei dare una grossa mano ai giovani. Tutto può essere!

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