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Alberto Giribuola ci racconta il nuovo Dovizioso: “Tranquillamente più forte”

Dietro ai successi dei piloti c'è sempre un grande lavoro di squadra, in cui è fondamentale il ruolo del capo tecnico. Alberto Giribuola è al fianco di Andrea Dovizioso e a Misano ci ha raccontato i "segreti" di questa entusiasmante stagione, vissuta con un "nuovo" Dovi
Il Dovi visto dai box
Per Andrea Dovizioso questa è una stagione fantastica, la migliore da quando, era il 2008, debuttò in MotoGP. Per lui finora quattro vittorie (Mugello, Barcellona, Austria e Silverstone), un secondo posto, un terzo e tanti piazzamenti "utili". Il Dovi è in piena lotta per il titolo e, in questa sfida, può contare sul capo tecnico Alberto Giribuola. Lo abbiamo incontrato a Misano e ci ha spiegato i "segreti" di questa annata.

Com’è stato tornare a lavorare con Dovizioso?
Per me bellissimo, sono tornato nel team ufficiale con un pilota importante, con lui mi ero già trovato bene nel biennio precedente. È stato un ritorno a casa, da un certo punto di vista, ma con un ruolo nettamente diverso. All’inizio sicuramente mi spaventava un po’, ma è andata bene, adesso possiamo dirlo.

Sentivi un po' di pressione?
Un po’ sì, nel 2015 Andrea aveva attraversato un momento difficile della sua carriera e nel 2016 avevo davanti una sfida abbastanza impegnativa, ma abbiamo sempre avuto un rapporto di fiducia. L’importante per me è stato dirci sempre tutto, i piccoli problemi, se trascurati, possono diventare anche grandi problemi. Dicendoci tutto subito, posso sicuramente migliorare il mio modo di lavorare. Lui è un grande professionista, lo è sempre stato, quindi per me è stata un’occasione incredibile per imparare a lavorare molto bene. Allo stesso tempo ho cercato di aiutarlo il più possibile, per tirare fuori il meglio. Il rapporto è diventato poco a poco sempre più stretto, siamo diventati più amici che colleghi e questo ha aiutato.

Quando sei tornato a lavorare con Andrea l’hai trovato cambiato?
Nel 2016 non tanto, rispetto a quando l’avevo lasciato a fine 2014. Durante il 2016 è cambiato abbastanza, in parte è merito della vita privata, ma penso anche dell’atmosfera nel team. Quello che mi piace è che lavoriamo sempre con il sorriso, tranquilli. Si ride e si scherza, ma questo non inficia la professionalità e la precisione di tutti i ragazzi. Si crea un’atmosfera rilassata che ad Andrea ha fatto e sta facendo molto bene. Siamo un gruppo unito ed è importante in questo lavoro.

Qual è il segreto di questo nuovo Dovizioso?
L’essere rilassato e affrontare il week end in maniera tranquilla lo aiuta tantissimo. Questo fa sì che si metta a guardare i dati insieme a me, all’ingegnere elettronico, analizzando tutti i dettagli, in maniera aperta. Questo ci fa andare "tranquillamente" più forte. 

Come descriveresti questa stagione?
È iniziata con aspettative abbastanza alte. L’anno scorso era stato un crescendo, nell’ultima parte del campionato Andrea era forte e costante, quindi siamo partiti carichi. Abbiamo avuto una battuta d’arresto nella seconda e terza gara, però poi arrivati a Jerez abbiamo deciso entrambi di fare un reset, di lavorare come avevamo fatto fino all’ultima gara dell’anno scorso, analizzando i dati e cercando una base che funzionasse con la moto. Secondo me la chiave è stata quella. Siamo riusciti a trovare una buona base, grazie alla quale si arriva velocemente a quello che è la messa a punto per la gara.

Qual è stata per te la vittoria più bella delle quattro?
Sono tutte belle, ma tutte diverse. Direi che il Mugello è stata quella più bella emotivamente. Dal mio punto di vista però, parlo a livello tecnico, Barcellona è quella che ho sentito più "mia". Non eravamo favoriti, era una gara molto difficile e le gomme si consumavano tantissimo, ma abbiamo fatto qualcosa che gli altri non hanno fatto: lavorato per gli ultimi cinque o sei giri della gara. Vedere che a dieci giri della gara Andrea è riuscito facilmente a superarli e ad andare via, è stato il coronamento di un lavoro iniziato il venerdì. Lì poi ho avuto la possibilità di andare sul podio, è stato un valore aggiunto!

Sei sorpreso di questi risultati?
È oltre le aspettative, ma dopo Barcellona abbiamo iniziato a pensarci seriamente. La vittoria del Mugello è stata vissuta come un exploit, a Barcellona invece abbiamo visto che lavorare bene e in modo preciso dà i suoi frutti. Allora abbiamo iniziato a crederci. Questa è la spinta che ci sta facendo dare quel qualcosa in più, anche adesso.

Che rapporto c’è tra voi due?
È un rapporto tranquillo, ci prendiamo in giro, ci vediamo anche quando siamo lontani dalle gare, per una cena o un caffè. Abitiamo vicini e questo aiuta. Siamo amici, non è un rapporto così strano. Usciamo insieme e a volte organizziamo qualcosa con le mini motard o con le moto d’acqua. Sempre sport motoristici, assolutamente!

Come vedi il campionato arrivati a questo punto?
Molto bello! (ride) Vedo una gara alla volta... Non mi interessa se siamo primi in campionato o fare delle previsioni. Noi diamo il 100%, è l’unico modo per portare a casa il massimo. L’importante è che Andrea si diverta, se andiamo via che lui è contento siamo tutti contenti.

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