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Jonathan Rea: “Dorna dovrebbe invogliare i costruttori a investire in Superbike”

SBK news – Jonathan Rea è il leader indiscusso di queste ultime tre stagioni del campionato mondiale delle derivate di serie, ha raccontato del suo passaggio da Honda a Kawasaki, ricordato Nicky Hayden e spiegato come, secondo lui, dovrebbe cambiare la Superbike per essere più avvincente
 
"Sykes conosce questa moto alla perfezione"
Ha vinto due titoli mondiali consecutivi e ha ipotecato il terzo: da quando è salito sulla Kawasaki non ha più smesso di vincere. Stiamo parlando di Jonathan Rea, leader della Superbike che, a quattro round alla fine della stagione, ha un vantaggio di 70 punti sul compagno di squadra Tom Sykes e 105 su Chaz Davies. A CicleWord il nord-irlandese ha rilasciato una lunga intervista, cominciando col parlare della sua carriera nelle derivate di serie: “Quando arrivai in Honda non ero pronto a vincere il mondiale. Lottavo per le prime cinque posizioni e ho vinto qualche gara, ma non era abbastanza. Mentre io facevo dei passi in avanti, non era lo stesso per la moto e la situazione si è così andata complicando. Honda è stata un'ottima scuola, ho lavorato con ottimi ingegneri, ma gli ultimi anni sono stati difficili anche se io davo sempre il 100%. La prima volta che sono salito in sella alla Kawasaki ho capito che avremmo disputato una grande stagione, o quanto meno lottare per il podio”. Rea nel 2000 è arrivato in Kawasaki al fianco di Tom Sykes, di lui ha detto: “Lui conosce questa moto meglio di chiunque altro, ma non è mai riuscito ad adattarsi completamente. Ha esposto certi problemi che io non riconosco, ma che certamente lo hanno rallentato, soprattutto nelle fasi finali della gara. Per esempio, il suo tallone d’Achille è la gomma posteriore. Io riesco facilmente ad adattarmi a una moto nuova e dopo il primo anno, hanno apprezzato i miei consigli. Lo sviluppo sta andando ora nella giusta direzione”. A fine maggio la Superbike ha perso uno dei suoi piloti di punta, Nicky Hayden, e Rea l’ha ricordato così: “Era una persona splendida e in pista era un grande professionista. Con lui capivi il vero significato della parola ‘passione’. Ha avuto una vita splendida e una carriera molto ricca, in AMA Superbike, in MotoGP e recentemente nel mondiale Superbike. Il motociclismo ha perso una grande persona, un ottimo atleta e anche un buon ambasciatore. Nicky era molto amato, basta vedere tutti i messaggi che sono arrivati e quanto la sua scomparsa abbia toccato molte persone”. Il due volte campione del mondo ha poi detto anche come, secondo lui, si potrebbe migliorare la Superbike: “Sono d’accordo che bisogna cambiare qualcosa, perché il campionato è dominato da due costruttori, ma non so quanto aiuterebbe andare nella direzione Superstock. Con le regole da ‘stock’ verranno poi “aiutate” le marche italiane sulle omologazioni, mentre le case giapponesi non avrebbero gli stessi benefici. Dorna dovrebbe invogliare i costruttori a investire soldi nella Superbike. Sono certo che se Honda e Yamaha fossero qui ufficialmente potrebbero giocarsi la vittoria”.

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