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Gibraltar Race tappa 3: Frauwallner in testa, Zocchi ci racconta come va la sua Honda CRF 250 Rally

La terza giornata della Black Sea-Gibraltar ha visto i concorrenti lasciare la Bulgaria per entrare in Macedonia, con due prove speciali bellissime ma rese complicate dai con way point, non sempre facili da individuare. Ne sa qualcosa anche Renato Zocchi, che corre con una Honda 250
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Off-Road
Una tappa molto apprezzata
Bella, bellissima, anzi stupenda. La terza giornata della Gibraltar Race 2017 ha davvero messo d'accordo tutti. Oltre 440 chilometri con due prove speciali differenti tra loro, ma apprezzatissime in egual misura. Partiti dal bivacco in riva al lago di Tsigov Chark, i sessanta motociclisti del rally che attraversa l’Europa in due settimane, hanno lasciato la Bulgaria alla volta della Macedonia fino a raggiungere la cittadina di Skopje. A detta di tutti è stata una giornata scandita da strade belle a livello paesaggistico e piacevoli da guidare, ancora meglio durante le speciali, la prima costellata di pietre e tornanti tipici delle strade di montagna, la seconda più veloce e piatta, su terra rossa. Sopportabile anche il clima, caldo ma non particolarmente soffocante.
Il problema principale è stato, però, la navigazione con GPS e way point, per molti concorrenti ancora difficili da individuare, che sono incappati, così, in penalità dovute al tempo perso a cercare la giusta via per raggiungerli. Nonostante questo, tuttavia, l'opinione generale è che qualche progresso si stia notando rispetto al giorno precedente. L'umore, dunque, è alto e la voglia di migliorarsi è comune a tutti loro.
Attualmente la classifica generale è guidata dal vincitore dell'anno scorso, l'austriaco Helly Frauwallner su Yamaha WR 450, seguito da due inglesi: Mark Kinnard su KTM 690 Enduro e Allan Alistair su BMW GS 800. Manuel Lucchese è il primo degli italiani, in 4ª posizione con la sua Yamaha T4 450.
Un po' meno soddisfatto della terza giornata, invece, Renato Zocchi, 13º, che sta riscontrando qualche problema col GPS e si vede costretto a compiere giri avanti e indietro per cercare la traccia corretta. Renato - che ha partecipato, seppur nella versione Express, ovvero compiendo solo la prima metà della gara, anche alla prima edizione della Gibraltar Race, quella che l'anno scorso partiva da Atene - quest’anno si è regalato il pacchetto completo e l'ha fatto in modo originale: è iscritto, infatti, con una Honda CRF 250 Rally, la più piccola di tutto il gruppo. «La moto è fantastica, in fuoristrada è veramente divertentissima - spiega Renato - ma ha poca potenza e sull’asfalto risulta molto impegnativa in quanto, per preservarla, devo mantenermi sui 95-100 chilometri orari. Gli pneumatici, poi, sono da cross puro, gli unici piccoli che può montare questa moto e su strada è qualcosa di drammatico: faccio più fatica che in offroad! Poi nei trasferimenti lunghi come quello di oggi, nelle curve devo cercare di non piegare molto per non far scaldare le gomme, altrimenti mi spara via i tasselli! Sull’asfalto è un impegno bestiale, mentre in fuoristrada mi rilasso».
La Honda CRF 250 Rally è perfettamente di serie, Renato ha modificato solamente l’ammortizzatore e messo una marmitta un po’ più libera, tutto qui. L’obiettivo è arrivare a Gibilterra con una moto poco potente ma comunque molto divertente da guidare, una vera sfida nella sfida: «Sono in forma e la moto va bene, mi dispiace per il satellitare, che non vuole saperne di collaborare».
Ma Zocchi di sfide ne ha compiute parecchie. Vanta, infatti, una carriera di tutto rispetto nel motociclismo: «Negli anni Settanta e Ottanta sono stato uno tra i migliori crossisti, vincendo il Campionato del Mondo a Squadre nel ’78 e arrivando terzo nel Mondiale di Motocross nel ’79. Inoltre sono stato il primo italiano a correre la Parigi-Dakar, ho vinto un Rally dei Faraoni, e sono arrivato secondo alla Baja 1000. Che dire, quello del pilota una volta era il mio lavoro. Adesso ho sessant’anni, e per il mio compleanno mi sono regalato la Gibraltar Race: una gara meno impegnativa di quelle che correvo io, ma non per questo meno affascinante. Quando c’è la componente avventura, allora c’è la magia dei grandi raid».

Ph. Alessio Corradini

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