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MotoGP - Carlo Pernat in esclusiva per noi: buoni consigli per Valentino Rossi e compagni

MotoGP news - Abbiamo chiesto a Carlo Pernat, vera e propria istituzione della MotoGP, di dare qualche consiglio ai piloti in vista della stagione 2017. Il manager genovese non si è tirato indietro e ha detto la sua con la franchezza che lo contraddistingue. Ecco cosa ci ha raccontato
Buoni propositi per i 2017
A poco più di due mesi dall'inizo del campionato, abbiamo chiesto a Carlo Pernat di suggerire buoni propositi e consigli per i piloti della top class. Il manager genovese ha parlato come suo solito in tutta franchezza e ha detto la sua sui protagonisti del campionato, da Rossi a Vinales, da Marquez a Lorenzo e Iannone, non si è assolutamente risparmiato.

Valentino Rossi - Gli auguro di dimenticare quello che è successo in Malesia nel 2015, perché continua a condizionarlo, fossi in lui cercherei di metterci sopra una bella riga nera, facendo finta che quell'episodio non sia accaduto. Deve rimanere giovane, come realmente è, magari si faccia cambiare la carta d'identità. Potrebbe andare dal Presidente del Consiglio e dire che non ha 38 anni, ma 23. Questo alla fine è quello che si vede.

Marc Marquez - A lui consiglierei di fare un “mea culpa” per quello che ha fatto. Farebbe anche una bella figura a dire: “Mi è partito l'embolo, ho fatto una cosa che non andava fatta”. Ne guadagnerebbe quel 30% di immagine che ha perso. Il buon proposito 2017 è di rimanere quello che è a livello sportivo, a me piacciono i piloti cattivi e belli aggressivi, che emozionano. Non voglio rivedere il Marquez dell'anno scorso, ma quello che vince anche cadendo. Marquez ragioniere è come una vecchietta di 90 anni che va per funghi.

Maverick Vinales - Deve imparare qualcosa da Valentino. Ha la fortuna e le qualità per esser stato scelto da Yamaha come compagno di squadra di Rossi, e gli auguro di vedere da vicino le furbate, le cose che fa Valentino durante le prove, i test, le gare, insomma di studiarlo da vicino. Vinales mi sembra che sia un osservatore e così potrebbe imparare cose che non sa. Secondo me deve “imparare” a sorpassare. Credo che lui sia un clone di Lorenzo, quando a Silverstone ha vinto è scappato in solitaria. Nonostante sia un pilota fortissimo, al momento deve lavorare anche su questo aspetto.

Jorge Lorenzo - A Natale ha avuto già un bel regalo, con il contratto biennale di Ducati da 24 milioni. Il mio consiglio è di fare un bel corso di comunicazione, è quello che gli manca. La Ducati dovrà mettergli vicino una persona che gli faccia mordere la lingua o gli faccia connettere il cervello quando è in conferenza stampa, perché a volte si tira la zappa sui piedi. Oltretutto non se lo merita, secondo me è un bravo ragazzo, ma probabilmente gli si "chiude la vena". È una cosa molto importante, perché arriva in Italia dove è poco amato.

Andrea Iannone - È un pilota che è arrivato un po' tardi in MotoGP, ha fatto delle belle cose e fa emozionare, secondo me è come Verstappen nella Formula 1. È un personaggio amato dalla gente e un po' meno dagli altri piloti, perché è cattivo e non ci sta a perdere. Il buono proposito è essere consapevole che è a un bivio: cercare di vincere un mondiale, cioè vincere qualche Gran Premio e poi accontentarsi, oppure vincere il più possibile con la possibilità di cadere.

Andrea Dovizioso - Lui è uomo Ducati, quindi è giusto che continui a correre per questa casa. Il pilota è eccezionale, ma gli consiglio di prendere qualche goccina di eccitante. È come se fosse un bel minestrone, buono, ma gli manca un po' di pepe.

Dani Pedrosa - Il buono proposito per lui è di comprare due statuine di Fatima e di Lourdes, da mettere sul comodino. La sua è stata una carriera sfortunatissima, in moto ci sa andare benissimo, gli farei un video perché è da manuale, è tutt'uno con la moto, è un piacere vederlo e non si muove di un centimetro. Ha la sfortuna di essere piccolo, quando cade è di cristallo, è il Paperino della MotoGP. Un mondiale nella sua carriera ci stava. Gli consiglio di mettere la cattiveria che ha messo a Misano nel 2016 contro Valentino Rossi, lì sembrava corresse un suo clone.

Danilo Petrucci - È un po' una scommessa. È un ragazzo simpaticissimo, che ha voglia di fare, si allena, quello che mi sto chiedendo ancora è se ha talento naturale. Secondo me non è un Iannone o un Marquez, è più costruito. È stato sfortunato (ha avuto un brutto infortunio alla mano a inizio anno, ndr), se il 2016 fosse andato bene come il 2015, poteva avere altre prospettive. Quest'anno con la moto ufficiale ha una grande opportunità, ora lo strumento in mano ce l'ha. Gli consiglio di non agitarsi, di “fare il carro armato”, qualche ottimo risultato lo può fare. Il salto di qualità dipende da lui.

Cal Crutchlow - Lui è uno dei più talentuosi che ci sia. Le opportunità le ha avute, piace perché è uno di quei piloti maledetti che ti emozionano. Ha una certa età, gli consiglio di bersi un bel bicchierino di vino prima di partire e calmarsi un attimo con una pillolina. Il buon proposito per lui è di trovare nel suo vocabolario la parola “costanza”. Ma è un pilota che ormai, a quell'età, è così.

Johann Zarco -  È un “animale strano”, nella Moto2 – classe che io abolirei – è andato molto forte. È passato tardi alla categoria regina, sicuramente non è un guascone francese, è un po' piatto. Secondo me, se arriva nei primi 10, ha già fatto un miracolo. Gli consiglio di godersi il momento, non si sa mai che scatti la scintilla, anche se sarà difficile.

Alex Rins - È un talento, ma ha un fisico "magrolino", senza spalle grosse. Ricordo che nelle prime prove dopo mezz'ora era già stanco. È caduto e si è fatto male, perché non era pronto fisicamente. Forse pensava che fosse più facile. Deve allenarsi tanto, deve mettere su un fisico da MotoGP, altrimenti non fa strada, però ha parecchio talento.

Jack Miller - Secondo me ha sbagliato a passare direttamente dalla Moto3 alla MotoGP, fossi in lui non avrei accettato. Rischia di bruciarsi e sarebbe un peccato, va forte, è stata importante la vittoria sul bagnato ad Assen, ma ora deve andare veloce anche sull'asciutto. È lui che deve capire quanto vale, io penso che il passaggio l'abbia un po' fregato. Questo è l'anno decisivo. Il buon proposito per lui è darci dentro e far vedere che è un pilota da MotoGP, anche cadendo.

Sam Lowes - Bravo, ma gli consiglierei di calmarsi un attimo. Al suo posto non so se sarei andato in un team ufficiale (in Aprilia ndr) e se fossi una casa non so se l'avrei preso. È giovane, avrebbe dovuto fare un altro percorso secondo me, piuttosto che salire su una moto che è ancora da mettere a posto. O sei Marquez o sei Valentino. Questo per lui è un anno di attesa.

Jonas Folger - Scelta che non capisco molto, in lui non vedo un pilota da portare in MotoGP. Deve dimostrare di esserlo, moto e team (Yamaha Tech 3) non sono male. Questo primo anno deve affrontarlo bene e con calma, consapevole di quello che ha e imparare.

Pol Espargaro - È un grande talento naturale, me lo ricordo in Moto2. Mi sarei aspettato di più da lui. Gli consiglio di essere consapevole del suo grande talento, se lo capisce può fare belle cose. È importantissimo.

Bradley Smith - Non è aggressivo e non è un pilota da risultati eclatanti, piuttosto è una comparsa. Deve aprire tanto il gas. Il buon proposito per lui è di marcare stretto il suo compagno di squadra (Pol Espargaro).
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