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Ride, il casco che legge nel pensiero

Il Laboratorio di Ingegneria Biomedica dell’Università degli Studi Roma Tre ha messo a punto un casco capace di leggere i segnali  provenienti dal cervello durante la guida, trasformandoli in comandi che vengono eseguiti dalla moto. L’idea è quella di attivare, per esempio, gli indicatori di direzione, ma, in teoria, anche i freni nel caso ci si trovi in situazioni di pericolo
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Cogito ergo... guido
Anche nel campo dell’abbigliamento tecnico, la tecnologia applicata alla sicurezza dei motociclisti fa passi da gigante. Solo qualche mese fa, a Las Vegas BMW ha presentato un casco dotato di display heads-up (HUD), capace di fornire al pilota informazioni e avvisi di pericolo direttamente sulla visiera, mantenendosi, inoltre, in costante collegamento tramite wi-fi con la stessa moto.
Adesso invece arriva un casco che legge il pensiero, grazie ad elettrodi da elettroencefalografia (EEG) capaci di rilevare i segnali fisiologici provenienti dal cervello durante la guida e di trasmettere i comandi alla centralina della moto. Creato dal Laboratorio di Ingegneria Biomedica Biolab3 del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre, il progetto ha appena passato le prime due fasi della selezione di Start Cup Lazio 2016, “RIDE” (Remote Intention Detecting Emulator) è stato realizzato da Valentina Calà, Leonardo Franco, Andrea Pittella ed Eliana Streppa, quattro studenti del corso di laurea magistrale in Biomedical Engineering dell’ateneo romano guidati dai tutor Daniele Bibbo e Carmen D’Anna. “Il dispositivo - spiega Daniele Bibbo -  permette al motociclista d’interagire con la centralina a bordo motoveicolo attraverso un casco dotato di elettrodi per elettroencefalografia e connessione wireless, al fine di monitorare lo stato del guidatore e, tramite le onde cerebrali, attivare alcuni comandi, come ad esempio la freccia quando si “vede” (e si pensa) ad una curva, o preparare i freni ed agire sulla mappatura di potenza della moto in situazioni di pericolo percepito dall’utente. In caso di pericolo  percepito - continua Bibbo -  la sensazione genera particolari segnali EEG a seguito dei quali i freni possono essere pre-attivati e l’erogazione della potenza della moto può essere controllata. Il sistema può funzionare dunque da centrale di controllo volontario e involontario e di prevenzione nella guida della moto”.
Ride è stato presentato al Congresso della Federazione Internazionale Motociclismo lo scorso mese di giugno e parteciperà al Maker Faire di Roma del prossimo ottobre: “Siamo molto soddisfatti che un progetto di ricerca applicata, svolto da studenti e docenti di Roma Tre, si sia distinto nelle prime due fasi di selezione delle proposte più innovative del Lazio -  ha commentato Chiara Tonelli, delegata del rettore per startup e imprese - “L’ateneo è riuscito a presentare una decina di proposte di startup innovative, dimostrando la sua spiccata propensione per la ricerca al servizio dello sviluppo dell'innovazione e della dinamicità imprenditoriale. Ci auguriamo che il progetto RIDE evolva al meglio nei prossimi tre mesi e possa arrivare a concorrere al Premio Nazionale dell'Innovazione di PNICube, l’associazione degli incubatori d’impresa, in programma all’inizio di dicembre a Modena”.


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