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Fuel R100 Tracker#2, la parente pistaiola

Della passione per polvere e sabbia di Karles Vives e dei ragazzi dell’officina Fuel Bespoke di Barcellona ne avevamo parlato tempo fa, ecco adesso un loro cavallo di battaglia remixato: la Tracker#2, parente stretta della moto che li ha fatti conoscere in tutto il mondo
Creatività e motori a braccetto
Karles Vives è un preparatore ormai affermato, sebbene da sempre innamorato delle due ruote, il suo ingresso nel custom è diverso dalla solita gavetta nelle officine: Karles arriva dal mondo delle agenzie pubblicitarie. Il ponte tra la sua professione e l’arte delle moto fatte su misura è un libro sulla manutenzione dei boxer imparato a memoria e una BMW da guarire. Il catalano quindi è partito da zero, dal non saper cambiare una ruota di una moto, fino ad arrivare a costruirsene una da solo, chiamiamola passione, ma non è solo quella, c’è tenacia, forza di volontà e coraggio.
Nasce così il brand Fuel Bespoke, attorno a una moto, la R100 Scram, fatta per andarci in giro in città e pensata col deserto come sogno.
Le dune e la sabbia sono da sempre nei pensieri di Vives, tanto che ha ideato e organizzato, dal 2013, la Scram Africa, un raid aperto a scrambler e moto vintage in grado di sopravvivere nel deserto del Marocco. L’evento è diventato in breve così famoso da attrarre appassionati dall’altra parte del mondo: in un'edizione passata un cliente australiano s’è fatto costruire da Fuel la moto che in seguito ha guidato attraverso le dune e gli sterrati nordafricani. Oltre alla possibilità di assaporare l’atmosfera dei raid, Fuel Bespoke offre una linea di abbigliamento con classici richiami alle gare e all’enduro vintage, ma soprattutto propone moto customizzate. Dopo la sua personale, Karles nel 2012 ha presentato la Tracker HP, su base R100RS: una bella derivazione urbana da flat track con tabella porta numero e scarico a passaggio alto. Quella moto è piaciuta parecchio, tanto che poco tempo fa dalla Scozia è arrivata la richiesta per una versione se possibile ancora più sportiva, la Tracker#2.

Ancora tu? Non proprio
Come racconta Karles: "L’idea principale è stata quella di costruire una versione della Tracker R100 con un look più sportivo" e in effetti le forme e i colori sono quelli di una moto pronta per una batteria di qualifiche di una gara di flat track, ben lontana dallo spirito della BMW R100RS del 1978 da cui si è partiti.
Il codino monoposto bianco è stato lasciato volutamente sverniciato, per conferire quell’incompiutezza tipica di chi corre e bada al sodo, mentre il micro serbatoio arriva da una piccola Kawasaki KH110 e serve a tenere benzina quanto basta, giusto per non gravare troppo sui pesi e sulle proporzioni. Oltre a questa linea aggressiva, ma altrettanto semplice, si è badato anche alle prestazioni: all’anteriore la forcella originale è stata sostituita da un’unità proveniente da una compagna di marca, una BMW F650 GS e al retrotreno sono comparsi un paio di pregiati ammortizzatori Öhlins progressivi. Visto che per spingere forte sugli ovali serve spunto, sono arrivati anche nuovi filtri aria K&N, carburatori Mikuni da 36 millimetri e manopola del gas rapido. L’aumento delle prestazioni è sottolineato infine dalla nuova voce del boxer, che passa attraverso il corto scarico due in uno fatto a mano.
I dettagli, come sempre, fanno la differenza: la Tracker#2 presenta delle chicche come l’avviamento tramite pulsante posizionato sotto il tachimetro e un logo BMW Rally originale del 1977. Tanti poi i particolari costruiti a mano, come il nuovo telaietto posteriore o i supporti per la strumentazione. I parafanghi invece sono di derivazione Triumph, mentre sono aftermarket il manubrio largo LSL, gli strumenti Motogadgets e il fanale anteriore Bates. Le "scarpe da corsa" arrivano invece da Dunlop, due classiche K70. Con 70 cavalli e un peso ben al di sotto dei fatidici 200 kg il divertimento su terra può cominciare. Via alle danze!

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