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MotoGP 2015, Stoner: “Potrei ancora giocarmi una vittoria”

MotoGP news – Ritiratosi da tre anni, Casey Stoner non ha abbandonato del tutto il mondo delle moto e anche quest'anno sarà collaudatore Honda. L'australiano, due volte campione della top class, ha analizzato il nuovo modo di guidare le MotoGP e ha ammesso di non divertirsi particolarmente nel suo attuale ruolo: “Mi sembra un lavoro!”
"Honda mi stima"
Il ritiro ufficiale di Casey Stoner dalla MotoGP è data ormai 2012, salvo poi “trovare una nuova occupazione” come collaudatore, un lavoro che gli permette di guidare sempre le moto della top class, senza pressione e senza viaggiare troppo. L'australiano si è raccontato alla rivista Otor iniziando a parlare del suo stile di guida, in risposta al fatto che molti dicono che sia stato lui ad alzare il livello in MotoGP: “Quando ho iniziato, tutti erano molto aggressivi, duri sulla moto e sulle gomme. Io ho soltanto lasciato che la moto si muovesse di più. Molti altri piloti non volevano farlo. Io vengo dal dirt-track, dove la moto si muove costantemente sotto di te, e per questo ero più competitivo sia con moto più potenti sia nelle categorie minori”. Sul campione del mondo in carica Marc Marquez ha spiegato: “Lui ha preso quello che ho fatto e lo ha portato ancora più in alto. Anche lui fa molto dirt-track, ed ha una prospettiva diversa da quella che hanno la maggior parte degli europei”. Stoner ha aggiunto: “Credo onestamente che questo fosse il mio punto forte. Non ho mai cercato di adattare soltanto la moto a me. Io mi sono sempre adattato a quello che avevo a disposizione. Credo che questo abbia influito molto nei miei successi con Ducati. Penso che troppi piloti provino ad essere dei geni nello sviluppo. Sviluppare qui, sviluppare là, sono un mucchio di cavolate. Puoi solo dare il miglior feedback possibile, ma credo che il punto cruciale sia guardarsi dentro e trovare il modo di aggirare un problema. Qualsiasi moto ha dei punti deboli, vanno trovati e bisogna usare quelli forti a proprio vantaggio”. Alla domanda se si possa battere il fenomeno Marquez, Stoner ha risposto: “Lui è molto costante nell’arco dell’intero campionato, ma Jorge, Dani e Valentino hanno dimostrato che si può battere. In termini di velocità pura, penso che non avrei problemi. Sarei ancora abbastanza veloce da giocarmi una vittoria, ma non in tutte le gare. Il livello è estremamente alto ora”. Il campionato però è una cosa ormai archiviata per Casey, ora collaudatore a tempo pieno, lavoro di cui non è particolarmente soddisfatto: “Mi sembra un lavoro! Non ci si diverte molto, e non ci lasciano lavorare sugli assetti affinché io possa cucirmi la moto addosso. Si tratta di raccogliere dati e fare comparazioni. Nell’ultimo test abbiamo solo cambiato mezzo millimetro di pre-carico in tutti e tre i giorni. La pista era molto sporca e ci ho messo due giorni solo per pulirla. Ma apprezzo il fatto di poter guidare queste moto quando nessun altro può. Honda mi stima, gli riesco a dare molti dati utilizzabili, anche perché nessun altro può spingere la moto ad un limite simile a quello dei piloti ufficiali”. Ogni anno si rincorrono voci su un suo presunto ritorno alla MotoGP, e Stoner continua a negare costantemente: “Assolutamente no! A volte ripenso alla mia carriera e mi dico: ‘avrei potuto fare quella cosa meglio’, ma vale anche il contrario. Ho zero voglia di tornare in MotoGP. Le moto non sono più divertenti come una volta per colpa dell’elettronica. Ora metterle di traverso richiede tanto sforzo. Tutto è irregimentato, come in una scatola dalla quale non puoi uscire. Vorrei tornare a guidare una moto ruvida. Mi sto divertendo molto con enduro e motocross, dove sei veramente aggressivo. Le moto 'vere' sono la mia passione”.

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