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Sicurezza in moto, accessori e dispositivi tecnologici

Se la tecnologia fa passi da gigante, altrettanto fanno gli accessori e i dispositivi appositamente progettati per la sicurezza dei motociclisti. Tra caschi smart ultraconnessi e ultravisibili, tute con airbag e telecamere per una visione a 360 gradi le due ruote possono diventare sempre più sicure
Accessori
Tecnologia al servizio della sicurezza
Così come le moto, sempre più accessoriate con numerosi dispositivi di sicurezza,   anche  l’abbigliamento tecnico si fa di giorno in giorno più “smart”: caschi connessi che permettono di ricevere informazioni e notifiche sulla visiera, telecamere e periscopi per vedere cosa succede dietro, dove l’occhio non arriva,  giacche attrezzate con gli airbag che si gonfiano pochi decimi di secondi prima dell’impatto, guanti protettivi antiscivolo che mantengono la temperatura e assicurano la massima traspirazione…Un fenomeno in continua crescita a cui, fortunatamente, stiamo assistendo già da parecchi mesi: l’intenzione è quella di assicurare al motociclista un sempre più alto livello di sicurezza e di confort mediante lo sfruttamento di quelle nuove tecnologie in parte già viste sui più “tradizionali” dispositivi elettronici. Per consultare la mappa ed il GPS dello smartphone non si toglie quindi la mano dal manubrio, ma si leggono i parametri direttamente dalla visiera del casco con connessione bluetooth. Quello da poco presentato a Santa Clara in occasione dell’Augmented World Expo, per esempio, si presenta come un in connubio di mappe e cartografie con cui sarà possibile interagire attraverso i social, da Facebook a Youtube, condividendo informazioni, dettagli e immagini (ovviamente non può mancare la telecamera) con gli amici.
Un altro interessante e recentissimo esempio di nuove tecnologie applicate all’abbigliamento ed agli accessori motociclistici è dato dal led da applicare sul casco per una maggiore visibilità. Dopo il fluo, arrivano così le luci di BrakeFree (appena conclusa la campagna di crowfunding): un led da montare sul casco, dotato di sensori in grado di calcolare la frenata, che s’illumina per regalare al biker una maggiore visibilità sia di giorno che di notte e progettato per staccarsi automaticamente in caso di caduta senza dunque pregiudicare la resistenza all’impatto del casco. In realtà il sistema non è una grande innovazione: Nolan lo propone già da tempo con il suo ESS (Emergency Stop Signal), disponibile come optional su alcuni dei suoi caschi oppure integrato con gli interfoni universali Nolan M1 e M5.   
In vendita  - costa 299 euro -  anche l’evoluzione del meno recente MSX1, l’RV MSX1, un casco progettato per offrire una visione a 360 gradi senza dover mai staccare gli occhi dalla strada e permettendo così al motociclista di avere tutto sotto controllo. Largo spazio stanno prendendo anche le tute con airbag ricaricabile che, pochi centesimi di secondo prima dell’impatto, si gonfiano per proteggere la colonna vertebrale da traumi e rotture.
Tecnologia applicata per la sicurezza di tutti gli utenti della strada che, pur senza scongiurare i numerosi rischi connessi ad una guida distratta o non rispettosa del Codice, promette una sempre crescente protezione. 

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pollix
Gio, 06/22/2017 - 13:34
I visori nel casco sono una idiozia senza limiti. Vanno bene per i piloti dei caccia, ma non per chi guida una moto. Avete mai provato a mettere un dito sulla visiera, e a guardarlo? Provateci, e poi ditemi cosa riuscite a vedere della strada che avete davanti. Direi NULLA, dato che lo sguardo si è regolato per una distanza focale ben diversa da quella che serve per guardare la strada. In quella esce un cane da dietro una siepe, e non capite perché state volando a terra... Queste cose non capitano sugli aerei da caccia, che hanno anche una discreta fornitura di altri sensori per ogni tipo di rilevazione. Se poi dal casco si può condividere informazioni su un social, siamo alla demenza allo stato puro. Non parliamo poi delle proposte di crowdfunding per realizzare questi dispositivi. Ve lo ricordate il casco Skully? Quello che aveva una telecamera rivolta all'indietro, con proiezione di informazioni sulla visiera... Grandi promesse di funzioni accessorie, ma non si capiva bene chi realizzava il casco vero e proprio. Non vorrei dire, ma la funzione PRIMARIA del casco è quella di proteggere la testa, chi se ne frega dei supporti tecnologici se la calotta la produce una azienda cinese per 10 dollari? Però praticamente NESSUNO ha avuto preplessità in merito alla qualità della calotta, e in tanti hanno pagato... per un casco che non è mai stato realizzato. Alla fine si è scoperto che era una truffa, e i soldi li hanno usati per fare la bella vita. Però la notizia che era una truffa non ha avuto la stessa visibilità ed attenzione che ha avuto la proposta di un casco a "realtà aumentata". No comment. Non servono questi dispositivi per aumentare la sicurezza dei motociclisti, parlare di queste cose distoglie l'attenzione da quello che realmente serve: più attenzione da parte di tutti! Serve rispetto delle regole di circolazione, sia da parte dei motociclisti che da parte di tutti gli altri utenti della strada. Ciclisti inclusi!. Il resto è aria fritta, notizie buone per il clickbaiting.